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Medioriente, a Catania si discute di pace. L'arcivescovo: «Va costruita a piccoli passi». L'imam: «Dialogo è strumento per l’armonia»

In Rettorato è stato battezzato il Centro Abdelkader per la ricerca, gli studi strategici e il dialogo mediterraneo

Francesca Aglieri Rinella

23 Ottobre 2025, 11:44

Medioriente, a Catania si discute di pace. L'arcivescovo: «Va costruita a piccoli passi». L'imam: «Dialogo è strumento per l’armonia»

Lavorare a un Mediterraneo di pace giusto, solidale e sostenibile: con questo obiettivo è stato battezzato, ieri in Rettorato, il nuovo centroEmir Abdelkader per la Ricerca, gli Studi Strategici e il Dialogo Mediterraneo”, presieduto da Kheit Abdelhafid, dal 1997 imam della moschea catanese e presidente della comunità islamica di Sicilia. Uno spazio indipendente di riflessione, analisi e confronto sulle dinamiche geopolitiche, sociali e culturali che interessano l’area mediterranea, sempre più centrale nei processi globali. Ad aderire all’iniziativa accademici, politici, docenti universitari.

«Ritengo che la pace abbia bisogno di piccoli passi – ha detto l’arcivescovo Luigi Renna – e la storia ce lo insegna. Non possiamo non sperare. Il Papa più volte ha sottolineato l’importanza di un processo che è iniziato. Se questo processo si fermasse a queste battute sarebbe troppo poco e lascerebbe uno status quo che potrebbe degenerare in futuro. Credo che il trattato sulla fratellanza di Abu Dhabi sia un punto di non ritorno, una fonte che ispira il dialogo per noi cattolici, per i musulmani e tutti gli uomini di buona volontà».

«Sono sempre fiducioso – ha aggiunto l’Imam – che ci sarà una fine a questo conflitto. Non c’è pace senza dialogo. È lo strumento giusto perché il mondo viva in armonia. Il nostro Mediterraneo vive dei conflitti e noi abbiamo pensato occorresse fare qualcosa che i politici non sono riusciti a fare, qualcosa per fermare tutti i massacri che avvengono nel Mediterraneo. Questo Centro nasce da questa necessità».

Per l’Ambasciatore di Algeria in Italia Mohamed Khelifi: «Il dialogo è una cosa fondamentale. La nascita di questo centro dedicato a Emir Abdelkader, uomo di dialogo, in questo momento è una testimonianza della nostra idea per far fronte a queste dinamiche. Noi viviamo oggi in un mondo pieno di conflitti e di contrasti e per questo la diplomazia, il dialogo è l’unica via per far fronte a queste situazioni». Per il presidente della Comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo: «La pace sempre di più capiamo che non è concreta. È un pensiero, è cultura, è preghiera, è anche incontro, incontro con persone molto diverse come quelle che il Centro ha voluto raccogliere in questa sede così prestigiosa, l’università».

Presidente del Centro è Kheit Abdelhafid, Imam della Grande Moschea di Catania dal 1997, Presidente della Comunità Islamica di Sicilia e Presidente del Centro Emir Abdelkader per la ricerca, studi strategici e dialogo mediterraneo. È inoltre Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia e membro di diversi organismi consultivi e scientifici nazionali e internazionali.

Tra i primi che fanno parte del Centro il rettore della facoltà di teologia Università di Algeri 1, il rettore della facoltà di giurisprudenza dell’Università di İzmir (Smirne), Maria Elisabet Barreiro Morales, docente di Storia romana nell’Università di Vigo, l’ex ministro della Giustizia della Palestina Ali Kashan, Paola Tudino, docente Università di Roma e Università El Quds, Emiliano Abramo, i docenti dell’Università di Catania Carlo Colloca e Souadou Lagdaf, il Presidente del Centro Studi Med MEZ Paolo Garofalo, Enzo Bianco e altri docenti e ricercatori delle università tunisine di Sfax. All’incontro, moderato dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo, hanno partecipato lo stesso Abdelhafid, l’Ambasciatore algerino a Roma Mohamed Khelifi, l’Arcivescovo Luigi Renna, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo e Giuseppe Speciale (Università di Catania).

All’incontro, alla presenza del console generale della Repubblica algerina a Napoli Chamam Chawki, ha preso parte anche Stefania Mazzone, coordinatrice del dottorato di ricerca in Scienze politiche e delegata del Rettore per i dottorati di Ateneo. «La cultura è pace – ha detto – e la pace è cultura. Non ci sono altre strade. L’Ateneo di Catania è felice di ospitare questa giornata. Sono qui per mostrare la vicinanza a questo progetto, che mi riguarda particolarmente se parliamo di Mediterraneo e Medio Oriente perché sono ebrea e per noi il dialogo e la comunanza umana è la strada per la pace».