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La storia

Valderice, la Diocesi di Trapani prima vende la cappella e poi la riacquista dopo i solleciti dei fedeli

Un percorso di dialogo e confronto con la popolazione intrapreso grazie al consigliere comunale Gianfranco Palermo

24 Ottobre 2025, 07:48

Valderice, la Diocesi di Trapani prima vende la cappella e poi la riacquista dopo i solleciti dei fedeli

La cappella di Casalbianco

Vende un immobile e pochi mesi dopo lo riacquista allo stesso prezzo. La curiosa compravendita si è consumata a Valderice e ha visto protagonista la Diocesi di Trapani. L'edificio è la Cappella di Casalbianco, che sorge proprio nella piccola frazione trapanese. L'edificio, che aveva bisogno di un restauro, a dicembre era stato venduto ad un privato per 20 mila euro. Una vendita che aveva suscitato la protesta dei cittadini.

Il riacquisto è stato voluto dal vescovo Pietro Maria Fragnelli dopo un percorso di dialogo e confronto con la popolazione di cui si è fatto parte attiva il consigliere comunale Gianfranco Palermo, restituisce dignità e speranza a un intero territorio. L’edificio, che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento religioso e sociale per Casalbianco, a suo tempo sarebbe stato venduto in modo silenzioso e Palermo ha più volte chiesto alla Curia il motivo di questa scelta. Il percorso che ha portato alla soluzione positiva si era riaperto lo scorso 9 luglio, con un incontro svoltosi alla Curia Vescovile di Trapani tra una rappresentanza dei cittadini di Casalbianco, il vescovo Fragnelli, monsignor Pietro Messana, direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici ed Edilizia di Culto, e lo stesso Palermo.

Durante il confronto, la Diocesi aveva manifestato la volontà di individuare una soluzione condivisa per restituire alla comunità un luogo di culto che, oltre al valore religioso, rappresenta un simbolo di memoria e identità collettiva. «Viene scritta una delle più belle pagine di storia del nostro territorio – ha dichiarato soddisfatto il consigliere comunale –. Abbiamo dimostrato che una comunità unita può fare grandi cose, nel rispetto di chi c’è stato prima di noi e dei nostri giovani che hanno bisogno di luoghi di aggregazione».