il caso
Partanna, possibili intoppi per il recupero della Vasca selinuntina: ecco perché
È un’opera da ben 68 milioni di euro e si va verso una nuova conferenza di servizi
Il progetto di recupero dell’antica Vasca selinuntina a Partanna va avanti, ma con tempi più lenti del previsto. L’ultima conferenza di servizi convocata da Siciliacque (che farà i lavori di restauro, come richiesto dalla Soprintendenza ai Beni culturali) ha visto la partecipazione dei Comuni di Partanna e Castelvetrano, del presidente del Club Unesco Nicola Miceli e della stessa società di sovrambito che si occupa dell’intervento come opera di compensazione rispetto ai lavori di potenziamento del sistema idrico della Sicilia sud-occidentale. Non c'erano i rappresentanti di Soprintendenza e Liberto Consorzio.
Si tratta di un maxi intervento finanziato con risorse del PNRR per oltre 54 milioni di euro, del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027 per più di 8 milioni, del FSC 2014-2020 per 1,8 milioni, del Fondo Opere Indifferibili per oltre 4,2 milioni e con ulteriori fondi della stessa Siciliacque Spa.
Rispetto al progetto esecutivo predisposto dalla società, si è reso necessario un adeguamento: occorrerà infatti procedere all’esproprio di alcuni terreni privati circostanti la Vasca per consentire il passaggio pubblico verso il bene. Una modifica che allunga i tempi e rende indispensabile un nuovo passaggio tecnico. Non è esclusa, infatti, la convocazione di una nuova conferenza di servizi, vista l’assenza della Soprintendenza e del Libero Consorzio, chiamati a esprimere pareri fondamentali: dall’autorizzazione paesaggistica al nulla osta per l’installazione di pali con indicazioni dei monumenti storici lungo le strade provinciali.
Proprio la Soprintendenza, nel 2023, aveva dato parere favorevole alla realizzazione degli interventi per il potenziamento del sistema idrico, prescrivendo contestualmente che fosse avviata un’attività compensativa volta al recupero della Vasca selinuntina.
Un’opera di straordinario valore storico e culturale, risalente al V-IV secolo avanti Cristo, considerata un raro esempio di ingegneria idraulica e parte integrante dell’antico acquedotto di Selinunte.
La Vasca, di proprietà del Comune di Castelvetrano ma ricadente sul territorio di Partanna, rappresenta un patrimonio che merita di essere restituito alla fruizione pubblica e valorizzato come testimonianza unica della civiltà greca in Sicilia.
Il percorso, però, si conferma accidentato: tra vincoli burocratici, espropri da definire e assenze istituzionali, il recupero della Vasca selinuntina rischia di restare intrappolato nei tempi lunghi della macchina amministrativa. Una vicenda che richiama l’urgenza di accelerare, affinché un bene di tale portata non resti confinato nell’oblio e nel degrado, come più volte segnalato da storici e operatori culturali, ma torni a essere simbolo di identità e memoria collettiva per l’intero territorio.