Canicattì
Una strada cittadina sarà intitolata a Sergio Ramelli, scoppia la polemica politica
La deliberazione del Consiglio comunala ha scatenato la reazione del Pd: "Scelta inopportuna"
Via Sergio Ramelli
Il Consiglio comunale ha deciso: Canicattì avrà prossimamente una strada intitolata a Sergio Ramelli il militante del Fronte della Gioventù aggredito mortalmente nel 1975 da esponenti di Avanguardia Operaia. A fare propria la mozione, che era stata presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia, sono stati i consiglieri comunali del partito di Giorgia Meloni, in totale dieci. Hanno votato contro oppure si sono astentuti i rappresentanti del gruppo della Democrazia Cristiana, del Movimento Cinque Stelle e l’assessore Massimo Muratore che ricopre anche la carica di consigliere comunale. Da registrare che nel corso dell’ultima seduta dell’assemblea cittadina molte assenze come quelle dei rappresentanti del Partito Democratico e del Movimento per l’Autonomia.
L’approvazione di una via a Sergio Ramelli a Canicattì nasce da una proposta nazionale di Fratelli d’Italia. Il partito della Premier, infatti, commemora Ramelli per la sua storia e per il suo sacrificio, spesso sottolineando che il suo caso deve essere confrontato da tutta la società per raggiungere una pacificazione nazionale e ricordare le vittime della violenza politica.
«Siamo onorati - dichiara Giancarlo Granata – coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia - per l’intitolazione di una strada della nostra città a Sergio Ramelli. Un giovane di destra vittima di odio ideologico politico. Noi interpretiamo questo come un segno di rasserenamento e distensione visto anche cosa ci raccontano le cronache nazionali oggi con cortei che sempre più frequentemente sfociano nella violenza. Intitolargli una via non significava fare apologia, ma ricordare una tragedia italiana».
«La figura di Sergio Ramelli - dichiara Gaetano Vella, segretario cittadino del Pd - pur nella tragedia della sua giovane morte, è oggi divenuta, per volontà di specifici ambienti dell’estrema destra, un simbolo identitario di una parte politica che si richiama apertamente all’eredità del neofascismo».