Siti industriali
Caltanissetta, piano dei rifiuti speciali: scontro con la Regione. Sindaci presenteranno ricorso
Divieto quasi assoluto nelle aree Aerca del sud Caltanissetta: imprese, sindaci e parlamentari pronti a difendere il lavoro
Le aree industriali della Sicilia classificate come Aerca (Aree a Rischio Ambientale), in particolare quelle del Sud della provincia di Caltanissetta, sono al centro di un acceso scontro. Il nuovo piano regionale per i rifiuti speciali e pericolosi impone un vincolo sostanzialmente assoluto sulla realizzazione di nuove attività di trattamento rifiuti in queste zone, scatenando la dura reazione di enti locali e associazioni di categoria. L'allarme è stato lanciato ieri mattina in municipio, nel corso di un incontro organizzato da Adq (Autodemolitori di qualità) e Confapi (Confederazione italiana piccola e media impresa). Le associazioni ritengono che la nuova disciplina introdotta dal Governo Regionale sia «del tutto penalizzante», non solo per l'area di Gela, Niscemi e Butera, ma anche per altri territori a rischio ambientale come la Valle del Mela e l'area siracusana.
Secondo quanto emerso dagli interventi degli esperti, il piano regionale estende il divieto di nuove attività per il trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi, già previsto entro i tre chilometri dal centro urbano, anche alle aree industriali dei siti Aerca. Questo criterio, di fatto, «esclude sul nascere» qualsiasi nuova attività per i rifiuti pericolosi nell'area industriale locale. «Una contraddizione», è stato riferito da tecnici e imprenditori presenti. «Il piano regionale per i rifiuti speciali estende il divieto di attività per il trattamento dei rifiuti, entro i tre chilometri dal centro urbano, alle aree industriali dei siti Aerca, quelli classificati a rischio ambientale». Per gli impianti già esistenti, il timore è che in sede di rinnovo delle autorizzazioni prevalga un criterio penalizzante, o che si arrivi addirittura a richieste di delocalizzazione, minacciando di fatto la sopravvivenza delle aziende attive nel settore.
Per i rifiuti non pericolosi, poiché si prevede una valutazione caso per caso, si tratta di una norma che crea incertezza. I sindaci di Gela, Terenziano Di Stefano, e di Butera, Giovanni Zuccalà, insieme all'assessore all'ambiente Giuseppe Fava, hanno espresso la volontà di sostenere le iniziative, compreso un eventuale ricorso giudiziario per bloccare il piano. Secondo gli imprenditori, le norme creano una «disfunzione nella concorrenza» a sfavore delle aziende insediate nei territori Aerca, privilegiando quelle che operano in aree non a rischio. Tale disparità appare ancor più paradossale se si considera che le aree coinvolte, inclusa quella gelese, sono ricomprese nei Siti di Interesse Nazionale (Sis), dove si concentra la maggiore attività di bonifica e, di conseguenza, si produce il maggior volume di rifiuti speciali e pericolosi.
Gli esperti hanno sottolineato che le norme sulle aree Aerca vanno in contrasto con i criteri fondamentali del piano regionale stesso, che mirano a «minimizzare i trasporti» e a «realizzare impianti dove si producono i rifiuti». Alla riunione hanno partecipato anche esponenti della politica regionale e nazionale. I parlamentari M5S Pietro Lorefice e Nuccio Di Paola si sono detti pronti a sostenere le iniziative del territorio, anche nell'ipotesi del ricorso.
L'on. Salvatore Scuvera si è detto a disposizione, pur precisando che modifiche importanti al piano sono già state apportate e che ulteriori soluzioni potrebbero essere definite con nuove interlocuzioni istituzionali. Anche il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, non ha escluso l'esigenza di successivi incontri con le istituzioni per sbloccare l'impasse. La mobilitazione da Gela, quindi, si preannuncia come il punto di partenza per una battaglia legale e politica che intende ridiscutere l'intero impianto normativo sui rifiuti speciali in Sicilia, per salvaguardare le attività economiche e lo sviluppo in aree già gravate dal rischio ambientale.