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IL PROCESSO

Corruzione: così il Gup nella sentenza Rando certifica la “collaborazione” di Sammartino

Depositate le motivazioni della decisione del giudice nel processo abbreviato "Pandora": ecco cosa dice

Laura Distefano

29 Settembre 2025, 08:47

29 Settembre 2025, 18:15

rando_sammartino

Due destini giudiziari che si incrociano. E due processi, paralleli, che potrebbero avere effetti combinati. Il 20 settembre scorso il gup di Catania Ottavio Grasso ha depositato le motivazioni della sentenza del processo abbreviato “Pandora” che ha portato lo scorso mese di marzo alla condanna a 8 anni dell’ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando per voto di scambio politico-mafioso e per diversi episodi di corruzione. E in uno di questi è coinvolto - ma si procede separatamente - l’assessore regionale Luca Sammartino, che ha giurato - per la seconda volta - martedì scorso. Il ruolo lo aveva lasciato proprio per lo tsunami scatenato dall’operazione dei carabinieri.

Il leghista catanese, infatti, è stato sospeso per dodici mesi dai pubblici uffici. Un’interdizione che è stata “confermata” in extremis anche dal Riesame dopo un annullamento con rinvio dalla Cassazione.

Sammartino, lo precisiamo, sta affrontando il dibattimento del processo ordinario che al momento è in stand by poiché direttamente collegato al “conflitto di attribuzione dei poteri” sollevato dal Senato alla Consulta in merito all'utilizzo delle intercettazioni ambientali e dei filmati captati nella segreteria politica che Sammartino condivide con la parlamentare nazionale (e compagna) Valeria Sudano.

La sentenza della Corte Costituzionale potrebbe avere ricadute sul dibattimento. Così come potrebbero avere un “peso” le motivazioni della sentenza del gup appena depositate, che potrebbero essere acquisite su richiesta dei pm nel fascicolo della terza sezione penale del Tribunale etneo davanti alla quale si sta celebrando il filone che vede imputato l’esponente della giunta regionale.

Ma cosa scrive il gup? Partiamo da un dato numerico: Luca Sammartino è citato 1.062 volte dal giudice per le udienze preliminari nelle oltre 700 pagine di motivazioni della sentenza. Il gup riprende quasi in modo totale quanto esposto nell’ordinanza firmata dalla gip Carla Aurora Valenti. La difesa di Rando è già pronta al ricorso in Appello.

Il patto

L’ex sindaco di Tremestieri, Santi Rando (il comune etneo poi è stato sciolto per infiltrazioni) è tirato in ballo con Sammartino per l’ormai famoso “ribaltone” al consiglio comunale (con il passaggio del farmacista Mario Ronsisvalle dalla minoranza all’opposizione) che sarebbe stato firmato nel 2019 con il “patto corruttivo” per la riduzione del numero delle farmacie. II “pacchetto” di voti di Ronsisvalle (che ha patteggiato la pena) sarebbe servito a Rando per la rielezione a sindaco e per Sammartino sarebbe servita, invece, come prova di “forza politica” nel sostegno della “sua” candidata al Parlamento Europeo.

Nel 2019 il deputato regionale era ancora nel Pd e supportava la corsa di Caterina Chinnici (totalmente inconsapevole e mai sfiorata dall’indagine). Questa “utilità”, però, è ancora un’ipotesi accusatoria che dovrà essere valutata dal tribunale di Catania.

Il gup, dopo aver analiticamente passato in rassegna in oltre 300 pagine il quadro accusatorio composto per lo più da dialoghi captati (diversi nel quartier generale della coppia Sammartino-Sudano), ha concluso scrivendo che «le esposte emergenze investigative hanno dimostrato gravi indizi di un accordo corruttivo finalizzato al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio tra Pietro Alfio Cosentino e Mario Ronsisvalle, con la collaborazione di Santi Rando, sindaco del comune di Tremestieri Etneo, e Luca Sammartino, deputato regionale».

Le pressioni

La «collaborazione» di Sammartino si sarebbe concretizzata con «pressioni» su alcuni dirigenti della sanità regionale e provinciale e poi facendo valere il suo “peso” politico con il presidente del consiglio comunale di Tremestieri Etneo per il voto in consiglio comunale - avvenuto nel 2020 - dell’iter per la “riduzione” delle farmacie.

Sammartino, prima dell’assemblea cittadina, incontrava il presidente Ferdinando Smecca che aveva pubblicamente manifestato la sua contrarietà “all’operazione farmacie”. Ma Sammartino perentorio ordinava: «Tu sei il presidente del consiglio e ti astieni».

Un’altra parte delle motivazioni della sentenza del gup che, seppur indirettamente sfiora il processo parallelo che vede imputato l’assessore regionale all’Agricoltura, è quella che riguarda i carabinieri Antonio Battiato e Antonio Consolo (condannati a 4 anni e 4 mesi per corruzione) che sarebbero stati “assunti” da Sammartino per la bonifica della segreteria da possibili microspie. «È evidentissimo dal compendio» accusatorio - rileva il gup Grasso - che «tramite Cunsolo» sia stato assunto il «patto illecito» affinché Battiato avesse provveduto «a compiere operazioni tese a favorire in modo illegittimo il politico». Non si è aggiunto nulla di nuovo a quanto già tirato fuori dal vaso di Pandora: ma il certificato di una sentenza, seppur di primo grado, potrebbe avere effetti sul dibattimento. Anche se sull’andamento del filone Sammartino è la Corte Costituzionale ad avere un ruolo cruciale.