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Il caso

Omicidio Paolo Taormina, ancora tanti i dettagli poco chiari: in attesa dell'autopsia è caccia all'uomo

Gaetano Maranzano lo ha ucciso con un colpo di arma da fuoco alla testa, ma si cercano gli amici con lui sabato sera nel pub "Scruscio". Dinamiche simili a quelle della strage di Monreale

Redazione La Sicilia

13 Ottobre 2025, 12:11

13:03

Omicidio Paolo Taormina, ancora tanti i dettagli poco chiari: si attende l'autopsia

Paolo Taormina è stato ucciso con un colpo di pistola. Ma sul suo corpo non c’era il foro d’uscita della pallottola. Un dettaglio che aveva lasciato qualche dubbio agli inquirenti, che avevano ipotizzato l’uso di un corpo contundente. Solo in serata, dopo la confessione dell’assassino, Gaetano Maranzano, è stato accertato che la vittima era stata uccisa con un’arma da fuoco, una pistola calibro 9, poi trovata in casa dell’indagato. Davanti al pm Maurizio Bonaccorso e all’avvocato Luca Monteleone, Gaetano Maranzano ha confessato di avere sparato un colpo alla testa del ragazzo. A fare ulteriore chiarezza su quanto accaduto sabato sera sarà l’autopsia sul corpo del 21enne proprietario del pub “Scruscio”, ucciso, a quanto pare, per precedenti screzi con il reo confesso Maranzano. Anche questo un movente tutto da confermare. L’esame autoptico sarà eseguito oggi, all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico, dal medico legale Ginevra Malta.

Nella zona del locale gestito da Paolo, nel cuore della movida di Palermo, luogo del delitto, in tanti, compresa la madre della giovane vittima, hanno detto di avere sentito un colpo di pistola e di aver visto poi il fuggi fuggi di giovani a bordo di scooter. La madre è stata la prima a soccorrere il ragazzo, ma non c’è stato nulla da fare.

Maranzano non sarebbe quindi stato solo: il giovane di 28 anni dello Zen era con un gruppo di giovani dello stesso quartiere.

Stavano trascorrendo la serata nei pressi di un pub vicino a "O Scrusciu" della famiglia Taormina. Dopo la rissa e il colpo d’arma da fuoco diversi giovani sono saliti sugli scooter e sono fuggiti via. Una scena simile a quella dello scorso aprile dopo la strage di Monreale. Questo quanto mostrerebbero le immagini dei sistemi di videosorveglianza che sono state acquisite e analizzate dai carabinieri in queste ore.

Ancora oggi nel quartiere Zen sono in corso perquisizioni e controlli per ricercare quanti si trovavano con Maranzano la notte dell’omicidio. Diversi giovani sono stati portati in caserma per essere interrogati. Dopo essere stati sentiti sono tornati a casa.