Grammichele
Maltrattamenti in famiglia: arrestato romeno
Convalidato l’arresto del 28enne accusato di maltrattamenti e violenze (la vittima ferita con un vaso e un coccio di vetro); il gip dispone gli arresti domiciliari nonostante il pm avesse chiesto il carcere.
Si è conclusa con la convalida dell’arresto di colui che viene indicato come l’autore dei reati, effettuata ieri dal Gip del Tribunale di Caltagirone, Giuseppe Tigano, con successiva applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato, una vicenda di aggressioni verbali e fisiche perpetrate, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, ai danni di una donna in precedenza legata affettivamente al suo presunto aguzzino.
L’uomo, un 28enne di origini romene, è stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Grammichele, al comando del luogotenente Vincenzo Drago, con le accuse di maltrattamenti in famiglia, per avere, mediante condotte abituali e reiterate, spesso sotto l’assunzione di sostanze alcoliche, mosso da morbosa gelosia, preso di mira la compagna convivente anche dopo l’interruzione della loro relazione (non accettando la scelta della donna), seguendola ovunque lei andasse, minacciandola, offendendola e prendendola a schiaffi, calci e sputi, con l’aggravante di avere assunto questi comportamenti in presenza del figlio minorenne e in stato di ubriachezza abituale. Ultimo, in ordine di tempo, un episodio occorso la notte fra sabato e domenica scorsi quando, secondo gli elementi raccolti dai militari dell’Arma, il 28enne non si sarebbe limitato a colpirla con spintoni e schiaffi, ma l’avrebbe pure ferita alla mano sinistra con un vaso di ceramica e con un pezzo di vetro (lesioni con prognosi di 10 giorni).
In quest’ultima circostanza, a rimanere vittima dell’aggressione sarebbe stato pure il padre della donna che, intervenuto in difesa della giovane, ha riportato ferite (procurategli da un coccio di vetro) giudicate guaribili in 15 giorni. Il Gip, nel rilevare l’evidente serialità delle condotte, ha ritenuto adeguata la misura degli arresti domiciliari. Il Pm Samuela Lo Martire aveva sollecitato il carcere, mentre il suo difensore, avv. Francesco Panebianco, aveva chiesto una misura meno afflittiva.