Debito Goi Energy
"Zona industriale: qualcuno ha ambizioni di scalare la società Isab?"
Incontro fra Isab e sindacati, rassicurazioni sull'operatività del sito. Uiltec chiede faccia a faccia con proprietà e governo
Un incontro urgente con i maggiori rappresentanti della proprietà, nella figura del presidente del Cda Massimo Nicolazzi; e presto anche un confronto con il governo. Tra le sigle sindacali aleggia il sospetto che dietro a fatti come l’azione intrapresa da Litasco, venuta fuori in questi giorni, e i rapporti commerciali sempre più tesi con Trafigura, si possano nascondere nei confronti di Isab ambizioni di scalata.
È questa l’appendice che si profila all’incontro che ieri l’esecutivo sindacale di fabbrica ha avuto con i vertici della raffineria Isab dopo i fatti di questi giorni, ossia il riconoscimento da parte del tribunale di Milano del debito di 150 milioni di Goi energy nei confronti della svizzera Litasco (società di trading di Lukoil). Il che vorrebbe dire che la società cipriota-israeliana che nel 2023 ha rilevato Isab non avrebbe adempiuto all’obbligazione principale, che prevedeva il versamento di 150 milioni.
L’incontro con i vertici territoriali di Isab ha rassicurato i sindacati sull’operatività della raffineria. Ha descritto l’incontro il segretario generale Uiltec Sicilia Andrea Bottaro: “L’azienda – ha detto - ha garantito che le recenti vicissitudini connesse alle logiche proprietarie non incidono in alcun modo sull’operatività della raffineria, che sta attraversando un buon momento produttivo. Non si registrano, quindi, ripercussioni sull’attività industriale e sui lavoratori”. Nel prendere atto positivamente di questo, però, “come Uiltec – ha aggiunto Bottaro - abbiamo ribadito la necessità di un confronto diretto con la proprietà per comprendere nel dettaglio gli accadimenti in corso e le prospettive future del sito”.
L’incontro con Isab, insomma, non ha potuto affrontare i temi legati agli assetti societari: “In questo contesto – ha proseguito Bottaro - riteniamo fondamentale il ruolo del governo. Fin dall’inizio, infatti, l’assetto societario della raffineria Isab è apparso poco chiaro. Trattandosi di un impianto strategico per il Paese, è indispensabile che esso sia sostenuto da una proprietà solida, trasparente e stabile”.
L’ipotesi che i fatti di questi giorni nascondano qualcos’altro: “Gli ultimi sviluppi lasciano intendere che sia in atto una vera e propria “scalata” a Isab, condotta attraverso strumenti finanziari messi in campo dai diversi soggetti interessati. Per questo motivo, non bastano più semplici rassicurazioni: servono azioni concrete da parte del governo a tutela di un patrimonio industriale e occupazionale strategico per l’Italia”. Il Golden power metterebbe al sicuro Isab (lo ha ribadito il ministro delle Imprese Adolfo Urso), peraltro Litasco è riconducibile a Lukoil: difficile che una società russa possa ambire a scalate di questa natura nell’attuale contesto geopolitico. Infine va ricordato, come confermato dal Sole 24 ore martedì, che Goi energy e Litasco starebbero trattando per evitare che il pignoramento delle quote diventi esecutivo. Per i sindacati, dunque, necessario “un faccia a faccia con Goi energy e governo”.