Operazione Cerbero
Cursoti-Milanesi, mafia e terrore “in pista”: Scattate 24 richieste di rinvio a giudizio
Gli imputati dovranno presentarsi davanti al gup Carla Aurora Valenti il prossimo 20 novembre per l’udienza preliminare
Vecchi rancori messi da parte pur di mettere sotto scacco il titolare del locale che opera nei locali della Vecchia Dogana. Due clan pronti a entrare in partnership nell’affare dell’estorsione della discoteca al porto. Da una parte il boss dei Cursoti Milanesi, Giuseppe Agatino Ardizzone (meglio conosciuto nella malavita catanese Peppe ‘ca barba) portavoce del capomafia Carmelo Distefano (“pasta ca sassa”) e dall’altra Pietro Gagliano (“il puffo”), alleato di Sebastiano Miano (“piripicchio”) (che ha collegamenti con i Cappello, seppure gestisca un gruppo in semi-autonomia). La proposta per la classica protezione sarebbe stata davvero esosa: 1.600 euro a settimana per fermare disordini e aggressioni in pista. Ogni serata c’era, infatti, il rischio di una rissa: i “carusi” del clan si presentavano in branco e più volte hanno minacciato gli addetti alla sicurezza che avrebbero voluto allontanarli per evitare parapiglia all’interno della discoteca. E, fin troppo spesso, sono volate sedie, tavoli, bicchieri. Una strategia del terrore per cercare di mettere all’angolo i gestori e costringerli a cedere ai ricatti. Insomma convincerli a pagare. Ma così non è stato.
Dalla denuncia dell’imprenditore è partita l’indagine che la scorsa estate ha portato a più di 20 arresti fra gli eredi di Jimmy Miano. Le indagini hanno portato a mettere alla luce anche la spaccatura che si era generata nella leadership dei cursoti-milanesi, che hanno il fortino nella zona di corso Indipendenza. La frattura, con tanto di tentati omicidi e ritorsioni violente, è arrivata quando è deceduto nel 2020, per cause naturali, Rosario Pitarà, chiamato Saretto ‘u furasteri. E nella rete della procura è finito anche Gagliano. A proposito la moglie è la titolare del negozio di abbigliamento colpito dalle pistolettate ieri notte (ne parliamo a pagina 31).
I sostituti procuratori Michela Maresca e Tiziana Laudani hanno chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 24 imputati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, droga ed estorsione. Il prossimo 20 novembre si dovranno presentare davanti al gup Carla Aurora Valenti Filippo Abramo, Giuseppe Agatino Ardizzone, Giorgio Campisi, Andrea D’Ambra, Carmelo Distefano, Antonio Fichera, Pietro Gagliano, Alfio Cristian Licciardello, Giuseppe Licciardello, Sebastiano Miano, Salvatore Manuel Monaco, Giuseppe Santo Patanè, Concetto Pitarà, Gabriele Giuseppe Piterà, Giuseppe Piterà, Giuseppe Concetto Piterà, Mirko Piterà, Rosario Piterà, Raimondo Signorelli, Emanuele Strano, Gabriele Strano, Carmelo Tiralongo, Salvatore Gabriele Zito.