Il caso
Bracconaggio in Sicilia: il Wwf denuncia il "Far West" della Piana di Gela
Allarme in un’area protetta internazionale, un video ripreso dalle Guardie venatorie mostra l'arroganza dei cacciatori che ignorano i divieti e si danno alla fuga
Nonostante sia classificata come Area Importante per l'Avifauna e la Biodiversità (IBA), la Piana di Gela è diventata, secondo il WWF, un «vero e proprio Far West» del bracconaggio e della caccia illegale. È quanto emerge da un video-denuncia presentato stamani dalle Guardie venatorie del WWF, che testimonia la diffusa illegalità e l’arroganza con cui i cacciatori sfidano la legge, ignorando i divieti imposti dalla Regione.
Il video è stato registrato lo scorso 21 settembre, in un giorno di «silenzio venatorio» in cui la caccia era assolutamente vietata. Le immagini, sebbene brevi, documentano una serie di episodi significativi che rivelano un contesto di illegalità diffusa.
Caccia tra le case e sui binari
A Manfria, borgo marinaro di Gela, le Guardie WWF hanno intercettato tre cacciatori armati di fucile che vagavano indisturbati tra le case di villeggiatura all’alba. Al momento dell'intervento, è scattato un fuggi-fuggi generale, filmato dalle Guardie, che ha coinvolto anche altre auto «imboscate» nei campi, allertate via radio o telefono.
Ancora più grave l'episodio avvenuto a Desusino, dove una dozzina di cacciatori con cani al seguito è stata sorpresa a cacciare conigli tra i binari della linea ferrata che costeggia la SS 115, creando un gravissimo pericolo per la sicurezza dei trasporti e l'incolumità pubblica. Anche in questo caso, all'alt delle Guardie, i cacciatori hanno reagito con una rocambolesca fuga attraverso i binari, dileguandosi con due furgoni parcheggiati in un vigneto e muovendosi in direzioni opposte, un'astuzia per ostacolare i controlli.
Chat e vedette per sfuggire alla legge
Il fenomeno, spiega il WWF, non è marginale, ma parte di fenomeni criminosi in danno al patrimonio faunistico e con pericoli per la sicurezza dei cittadini. Il personale di vigilanza ha infatti riscontrato la presenza di «vedette» che allertano i cacciatori all'arrivo delle pattuglie, e si ha notizia dell'utilizzo di chat su WhatsApp per avvisare «in diretta» della presenza dei controllori.
Nonostante la Piana di Gela sia sottoposta a un pregnante regime vincolistico per la sua importanza naturalistica, il bracconaggio ha prodotto annualmente gravi danni, coinvolgendo in passato anche cacciatori provenienti da altre province e regioni (come Agrigento, Catania, Veneto e Lombardia).
Tuttavia, dal 2018, il Nucleo WWF di Caltanissetta ha avviato una mirata azione di contrasto, che ha portato alla sanzione di decine di cacciatori e all'apertura di svariati procedimenti penali da parte della Procura della Repubblica di Gela, che ha sempre convalidato le notizie di reato.
L’appello alle istituzioni
A margine della conferenza stampa, Ennio Bonfanti, Coordinatore regionale della Vigilanza WWF in Sicilia, ha lanciato un appello accorato: «Mettiamo il massimo impegno, anche con evidenti rischi personali, ma da soli non ce la facciamo a fronteggiare una situazione di così grave illegalità».
Bonfanti sottolinea come le Guardie WWF siano di fatto l'unica presenza a contrastare i bracconieri che «agiscono con spavalderia nella quasi certezza dell'impunità». Per questo, il WWF rivolge un appello alle Autorità competenti della Provincia di Caltanissetta e alle Forze di Polizia del comprensorio, affinché non li lascino soli e si attivino per una risposta ferma e decisa da parte dello Stato.
Nei prossimi giorni l'Associazione ambientalista avvierà una serie di interlocuzioni istituzionali per creare sinergie operative e rafforzare il presidio del territorio in quest'area sensibile.