Il caso
Dopo la violenza chiama la moglie dal carcere
L’indagato è riuscito a procurarsi un cellulare l’indomani dell’arresto e ha telefonato alla donna che era in ospedale
Gli sono bastate 24 ore per procurarsi un cellulare in carcere. E, una volta ottenuto, ha chiamato la moglie che aveva picchiato selvaggiamente il giorno prima, immortalato dalle telecamere di videosorveglianza del tabacchino. La donna, quando ha ricevuto la telefonata, era in ospedale dove stavano facendo dei controlli clinici dovuti al pestaggio subito. Accanto a lei c’era un’assistente che poi ha raccontato l’episodio agli investigatori, che immediatamente hanno fatto una relazione integrativa agli atti che sono arrivati alla gip Marina Rizza che ha convalidato l’arresto dell’uomo violento. La testimone ha spiegato che la paziente ha ricevuto tre chiamate da un numero anonimo: alla prima non ha risposto, alla seconda ha detto velocemente che non poteva parlare, alla terza invece ha immediatamente riconosciuto la voce del marito. Ma dopo aver spiegato di essere in ospedale per dei controlli ha stroncato la conversazione velocemente.
La telefonata dal carcere ha aggravato non poco la posizione del 34enne. «Quanto accaduto - ha scritto la gip - appare particolarmente allarmante sotto il profilo della valutazione della personalità dell’indagato, il quale è riuscito a procacciarsi all’interno del carcere dove è detenuto, nell’arco di una sola giornata, un telefono cellulare con cui non ha esitato a contattare la vittima e rende necessario disporre nei confronti dell’indagato la misura massimamente restrittiva». La gip non ha ritenuto credibile la versione fornita dall’uomo in sede di convalida, che ha spigato di aver trovato per caso il telefono abbandonato accanto alle docce.
E se la vittima in qualche modo è stata reticente (sintomo per la gip di un evidente stato di terrore per le possibili reazioni del marito), l’indagato ha ammesso «le proprie responsabilità che però sarebbero state determinate dal comportamento scontroso della moglie nei suoi confronti». Dalla visione delle telecamere si nota che la donna sputa contro l’uomo: ma quello che ne è seguito è stato un pestaggio selvaggio sproporzionato. Lo scontro fisico registrato dalle telecamere non sarebbe il primo fra marito e moglie, la gip infatti descrive un «rapporto malsano e conflittuale».
Il difensore, l’avvocato Francesco Marchese, è pronto a presentare ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza di misura cautelare. Il penalista però vuole rimarcare «che la reazione, esagerata, eccessiva e ingiustificabile, del suo assistito è la conseguenza di continue e reiterate provocazioni percosse e sputi da parte della donna, delle quali da atto il giudice nel corpo dell'ordinanza. E questo punto dovrebbe comunque essere preso in considerazione nella valutazione della misura cautelare da applicare dal giudice».