Salute
L'allarme del consigliere comunale: «Genitori in difficoltà, a Catania mancano i pediatri di base»
Alessia Trovato ha deciso di presentare una mozione per chiedere la firma di un protocollo tra Comune, Asp e Regione
 
									In città cresce l’allarme tra le famiglie con bambini piccoli. Da mesi, quasi tutti i pediatri di libera scelta risultano «a massima capienza» e non ci sono al momento nuove disponibilità per le assegnazioni. Il risultato è paradossale: chi partorisce non riesce ad assegnare un pediatra al proprio neonato ed è costretto a rivolgersi a studi privati per visite e prescrizioni, con costi spesso difficili da sostenere.
Da qui l’esigenza di una mozione per promuovere un protocollo d’intesa tra Comune, Asp e Regione per individuare soluzioni organizzative e temporanee che garantiscano un pediatra a tutti i nuovi nati che il consigliere comunale Alessia Trovato ha deciso di presentare come gruppo "Enrico Trantino Sindaco".

«Non bisogna essere mamme per capire che esiste un problema - spiega a La Sicilia Trovato - ci sono genitori che percorrono chilometri per chiedere ai medici di liberare posti dalle liste, ma spesso invano. È una situazione che richiede risposte rapide e condivise. Non possiamo accettare che il diritto alla salute dei neonati dipenda dal reddito dei genitori. Serve una collaborazione istituzionale che metta al centro le famiglie e la tutela dei più piccoli. L’obiettivo è unire le istituzioni per risolvere una criticità che sta diventando una vera emergenza sociale».
«Tutti i giorni, per lavoro - continua il consigliere Trovato - mi capita di incontrare persone che con lo spid non riescono a collegarsi sul sito dell’Asp per richiedere il medico per i propri figli. Mi è capitato il caso di un bambino per cui ho cercato di fare sette-otto richieste senza mai riuscirci perché tutti i medici risultavano massimalisti, con massima capienza. In alcuni casi, c’è la possibilità di togliere i bambini di 12-13 anni, che sono più grandi, per trasferirli al medico di famiglia generico, ma è stata rifiutata anche questa possibilità. Quindi i genitori si sono trovati bambini neonati, scoperti, nei primi giorni di vita che sono fondamentali per capire anche le cure, come iniziare a dare le pappe».
C’è poi un altro aspetto, quello economico. «Spesso accade - conclude Trovato - che solo chi ha la possibilità economica ricorre alle cure dei pediatri in regime privato per sopperire alla carenza dei pediatri convenzionati. Solo successivamente, non appena i posti si liberano, i bambini vengono associati al medico scelto. In un quartiere come San Cristoforo in cui ci sono molte nascite ho pensato ci fosse davvero la necessità di dare un input perché così non possiamo più continuare. Io sono mamma, ma al di là di questo non bisogna essere madri per capire che effettivamente c’è un problema».
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