Aci Catena
La “discarica” di bare, grave danno ambientale: indignazione fra i parenti
Il blitz dei carabinieri al cimitero ha portato alla luce una situazione complessa. L’Amministrazione: «Pronti a collaborare»
Il blitz dei carabinieri al cimitero di Aci Catena ha portato alla luce una situazione assai complessa di malagestione del camposanto. Si delineano responsabilità penali, a cominciare dalla mancata vigilanza e verifica sulla corretta applicazione delle normative in materia.
A destare maggiore stupore tra gli investigatori, la discarica abusiva composta da decine di bare, casse in zinco, lembi di abiti e altri paramenti funebri abbandonati sulla nuda terra e con rilascio di percolato, causa di grave danno ambientale per le falde acquifere che attraversano il sito, note sin dall’antichità. I carabinieri hanno già disposto gli atti per la bonifica dello scarico di inerti cimiteriali, classificati come rifiuti speciali, e il risanamento dell’ossario, in cui nel corso degli anni sono stati scaricati i frammenti ossei di decine di defunti, ammassati all’interno della fossa comune, quando invece sarebbero dovuti essere collocati in apposite cassettine e catalogati. Ci vorranno migliaia di euro e un lungo lavoro per restituire dignità ai resti umani scaricati nell’ossario, la cui vista ha angosciato gli stessi investigatori incaricati dell’ispezione.
L’amara sorpresa - nelle giornate riservate alla commemorazione dei Defunti - ha destato molto scalpore nella cittadina etnea, tra lo stupore e l’indignazione dei parenti dei defunti, tra questi molti familiari che ieri si sono visti negare la possibilità di portare dei fiori ai propri cari nei sotterranei del cappellone centrale, dove riposano 80 salme, in seguito al sequestro preventivo disposto dalla magistratura, per gravi carenze strutturali.
Il clima nelle stanze del palazzo municipale è incandescente per via della grave situazione scoperchiata dai carabinieri nel cimitero cittadino. La sindaca Margherita Ferro, il responsabile dell’area tecnica, ing. Alfio Grassi, il direttore del camposanto, Alfio Di Grazia, e l’assessore ai Servizi cimiteriali, Andrea Licciardello, hanno effettuato un giro nei tre siti sequestrati, affidando a un comunicato stampa le dichiarazioni ufficiali sul caso: «L’amministrazione comunale manifesta la propria piena disponibilità a collaborare con le autorità competenti, come ha sempre fatto, nel massimo rispetto del lavoro dei carabinieri e della magistratura. La ricerca della verità - prosegue - è obiettivo che questa Amministrazione condivide e sostiene con convinzione. Ricordiamo che l’attuale Amministrazione si è insediata da tre anni e che presumibilmente i fatti accertati sono riconducibili a periodi datati nel tempo».
Le indagini, secondo una fonte investigativa qualificata, sarebbero solo all’inizio. Voci non confermate parlano anche del cimitero catenoto come nascondiglio di droga, armi ed esplosivi nella disponibilità della malavita. L’intervento dell’unità cinofila dell’arma dei carabinieri, alla ricerca di possibili nascondigli non è passato inosservato. Gli investigatori al momento mantengono il più stretto riserbo sul vasto ed articolato fronte delle indagine. La Curia diocesana, per mezzo delle comunicazioni sociali, prende atto con grande rispetto delle attività svolte dalle autorità competenti al cimitero comunale di Aci Catena. «Siamo profondamente rattristati nell'apprendere delle problematiche igienico-sanitarie riscontrate, e siamo certi che le autorità garantiranno il ripristino della decorosa custodia e della dignità degli spazi dedicati ai defunti. La nostra priorità, oggi, è il rispetto della memoria e della sacralità dei luoghi di sepoltura».