la lotta alla droga
Nel garage di Catania quasi cinque chili fra marijuana e hashish: arrestato
Smascherato dalla polizia a Catania, nel quartiere di Nesima: si indaga per comprendere per conto di chi custodisse lo stupefacente
Il suo curriculum criminale era pressocché inesistente. Per questo motivo "qualcuno" che nelle gerarchie criminali deve stare molto più in alto rispetto a lui, cinquantasettenne e con la madre a carico, ha deciso di coinvolgerlo in affari illeciti. Su questo "qualcuno" adesso si sta indagando, ma lui, ovvero l'uomo che ha accettato di custodire in un garage circa quattro chili e mezzo di sostanze stupefacenti, fra hashish e marijuana, si è ritrovato in manette. Con l'accusa tutt'altro leggera di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
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E' ovvio che l'arrestato, del quale non sono state rese note le generalità, è soltanto una pedina utilizzata dalle cosche per garantirsi una certa tranquillità. Uno di quei soggetti che per poche centinaia di euro si mette a disposizione per custodire armi o droga dei clan. Purtroppo per lui, però, questa volta le cose sono andate nel verso sbagliato. Nel senso che durante un controllo eseguito nel quartiere Nesima, per la precisione in via Selvosa, con l'ausilio delle unità cinofile "Maui" e "Ares", i poliziotti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico sono riusciti a portare in emersione la sua attività illecita.
I cani, infatti, passando davanti al garage di via Selvosa hanno cominciato a dare cenni inequivocabili di avere fiutato qualcosa di importante. I poliziotti loro conduttori si sono messi alla ricerca del proprietario, in effetti subito individuato in un'abitazione vicina e in compagnia della madre, e lo hanno convinto ad aprire il box. Bingo! Dentro un vecchio frigorifero erano stati riposti 305 ovuli di marijuana e 5 panetti contenenti hashish per un totale di 4,5 chili.
La polizia non esclude che l'abitazione dell'uomo sia stata utilizzata come base per i corrieri che trasportano la droga "in corpore". Ovvero coloro i quali ingeriscono lo stupefacente in ovuli appositamente confezionati per poi espellerli, per via rettale, una volta arrivati a destinazione. Ovviamente si indaga anche su questo. Intanto l'arrestato è stato posto a disposizione dell'autorità giudiziaria: rinchiuso in camera di sicurezza resta in attesa di essere giudicato per direttissima.