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Infrastrutture

Ponte Stretto, Ciucci sui conti di gestione: «C'è un Piano Economico Finanziario con risorse pubbliche senza obbligo di rimborso»

L’ ad della Stretto di Messina commenta alcune interpretazioni emerse sulla stampa in questi giorni che sollevano dubbi sulla sostenibilità economica dell'opera

Redazione La Sicilia

03 Novembre 2025, 16:36

Ponte Stretto, Ciucci sui conti di gestione: «C'è un Piano Economico Finanziario con risorse pubbliche senza obbligo di rimborso»

«Non c’è alcun project financing, ma un Piano Economico Finanziario con risorse pubbliche (13,5 miliardi) a fondo perduto che non devono essere rimborsate». Così l’ad della Stretto di Messina Pietro Ciucci commenta alcune interpretazioni emerse sulla stampa in questi giorni che sollevano dubbi sulla sostenibilità economica del ponte.
«La Stretto di Messina è una società in house del Ministero dell’Economia e sottoposta al controllo del Ministero delle Infrastrutture e non è previsto che faccia utili. Pertanto i ricavi attesi dal pedaggio sono unicamente destinati a coprire i costi di gestione e manutenzione e per questo è stato possibile ridurre sensibilmente le tariffe di attraversamento rispetto all’attuale traghettamento».

Il pedaggio previsto nel PEF per le autovetture sarà compreso tra 4 e 7 euro per tratta (−80% rispetto al traghetto), con il valore più favorevole andata e ritorno in giornata. Per i Camion/TIR la tariffa è pari a circa 100 euro (−20% rispetto al traghetto).

I ricavi complessivi attesi dal pedaggio sono pari a circa 125 milioni di euro che garantiscono, nel periodo di esercizio dell’Opera, l’equilibrio economico-finanziario della concessione e la copertura integrale dei costi operativi, della manutenzione ordinaria e straordinaria. Ciò in quanto l’investimento per la realizzazione del Ponte, pari a 13,5 miliardi, è interamente coperto da risorse pubbliche sotto forma di contributi a fondo perduto e quindi da non rimborsare.
Per la sostenibilità del PEF e la conseguente copertura dei costi è stato stimato un traffico di 4,5 milioni di mezzi. La stima deriva dall’applicazione al traffico veicolare che attualmente interessa lo Stretto dei tassi di crescita dell’1,5% (passeggeri) e del 2% (merci) annui. A tali valori si aggiunge la domanda indotta, legata al miglioramento dell’accessibilità e all’abbassamento delle tariffe rispetto al costo attuale. Negli ultimi dieci anni, il traffico complessivo Sicilia–resto d’Italia ha registrato una crescita del 21% per i passeggeri e del 24% per le merci, nonostante la crisi 2010–12 e gli effetti del Covid‑19.