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Diritto allo studio

Panarea, scuola dell’infanzia solo tre ore al giorno: genitori in protesta e Flc-Cgil chiede interventi

Aperta solo dalle 10 alle 13, insegnanti non disponibili per l'inverno e famiglie costrette a trasferirsi; la Flc‑Cgil Messina denuncia la lesione del diritto allo studio e la discriminazione territoriale.

Redazione Messina

22 Novembre 2025, 09:20

panarea eolie

Le lezioni della scuola dell’infanzia di Panarea durano solo tre ore al giorno perché manca l’insegnante a tempo pieno e sembrerebbe che nessuna delle insegnanti voglia restare sull’isola per trascorrerci l’inverno. A protestare sono i genitori dei piccoli alunni, alcuni dei quali costretti a trasferirsi a Milazzo per assicurare l’istruzione dei propri figli. Se ad Alicudi la scuola ha riaperto permettendo a due alunni di poter restare sull’isola, a Panarea, invece, non è così. I residenti attendono dall’inizio dell’anno scolastico una maestra che possa operare a tempo pieno ma ad oggi si va all’asilo dalle 10 alle 13, giusto tre ore al giorno. I genitori riferiscono di aver sollecitato il dirigente scolastico di Lipari che, nonostante l’impegno profuso, non è riuscito a sbloccare la situazione. Intanto, sulla vicenda cresce la preoccupazione. La Flc-Cgil Messina denuncia la situazione e invoca interventi urgenti. «Ad oggi, i bambini possono frequentare le attività educative soltanto dalle 10 alle 13, per un totale di appena tre ore al giorno, condizione – evidenzia il sindacato - che rende impossibile garantire una programmazione didattica adeguata e arreca gravi disagi alle famiglie». «Si tratta di una situazione inaccettabile – dichiara la segretaria generale della Federazione della scuola, Patrizia Donato che configura una evidente lesione del diritto allo studio dei minori residenti sull’isola e alimenta una discriminazione territoriale ormai cronica a danno delle comunità più periferiche dell’arcipelago eoliano».

«Pur riconoscendo l’impegno del dirigente scolastico del Comprensivo Isole Eolie - fa presente la Flc - non possiamo accettare la mancanza di un servizio essenziale e costituzionalmente tutelato, quale la frequenza della scuola dell’infanzia».

Gianluca Giuffrè