Lavori pubblici
Giarre, stadio di atletica leggera pronto entro la primavera
Ma la frazione di Trepunti resta la “regina” delle incompiute
Un primato difeso a denti stretti: Giarre rimane ancora in cima alla lista con il più alto numero di opere incompiute, su scala nazionale, nonostante le piccole evoluzioni nell'ultimo quinquennio. Lo stadio di atletica leggera, dopo decenni di abbandono, è finalmente al centro di un importante intervento di riqualificazione urbana, grazie ai fondi del Pnrr. Un primo passo positivo che infonde speranza per il futuro. Entro la prossima primavera la gigantesca opera cementizia sarà restituita alla città.
Così come l'asilo nido intercomunale di via Russo a Macchia che ha rischiato seriamente di essere aggiunto nel lungo elenco di opere incomplete. L'edificio è stato totalmente ristrutturato, compresa la demolizione del vecchio stabile già sede scolastica (plesso Manzoni) e gravemente danneggiato da un evento tellurico, nel 2003.
Tuttavia, la situazione generale dimostra come Trepunti, popolosa frazione all'ingresso Sud della città, sia ancora la mini “capitale” delle opere infinite. Qui si concentrano strutture pericolanti e abbandonate nel progressivo e inesorabile degrado. Opere incomplete assediate dalla gramigna che deturpano il paesaggio. Il caso più emblematico è testimoniato dal gigantesco parco regionale di via San Matteo. Le sue opere interne, come arene, campi da tennis e pista per automodellismo, sono state sepolte da enormi dune di cenere vulcanica, trasformando il parco in un paesaggio lunare. Sempre a Trepunti primeggia la piscina di via Giusti. Un cubo di cemento logorato dalle intemperie che giace sommerso da una selva di sterpaglie. Accanto alla piscina svetta il rudere di quello che avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni, un centro polifunzionale. L'opera si presenta come uno scheletro cementizio pericolante, circondato da piccoli orti “fai da te”.
In pieno centro c'è poi la storia infinita del teatro che, dal 1956, attende di mettere in scena uno spettacolo. E invece la sontuosa opera cementizia rimane lì con il suo aspetto tetro, in attesa che venga rifinanziato il Contratto di quartiere. Analogo il copione per il centro sociale di via Alfieri, chiuso e mai inaugurato.