ambiente e giustizia
Gestione illecita di rifiuti e inquinamento: condannato imprenditore agrigentino
Oltre alla reclusione, il cinquantasettenne è stato anche condannato al pagamento di 3.700 euro di multa
Riconosciuto responsabile di gestione non autorizzata di rifiuti e di inquinamento ambientale. Un cinquantasettenne di Agrigento, responsabile di un’azienda specializzata nel ritiro e recupero di rottami metallici e auto sequestrate o da demolire, è stato definitivamente condannato a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di 3.700 euro di multa, per violazione del testo unico ambientale.
A mettere il sigillo finale alla vicenda giudiziaria è stata la Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dal legale difensore della ditta agrigentina. Confermata, quindi, la sentenza emessa, nei primi due gradi di giudizio, dal Tribunale di Agrigento e dalla Corte di Appello di Palermo.
I titolari, secondo l’accusa, avevano, senza alcuna autorizzazione, creato una miscelazione vietata e un deposito incontrollato di rifiuti speciali, pericolosi e non, tra questi anche materiali estranei all’attività di autodemolizione e sequestro come: imballaggi di plastica, cemento, mattoni, mattonelle e cocci di ceramica. Da tutte queste componenti deriva la pericolosità del deposito incontrollato e della miscelazione di rifiuti speciali.
È stata inoltre accertata l’esistenza di uno smaltimento illecito dei reflui, di “uno scarico diretto e abusivo su un vallone – scrivono i giudici – nel quale defluivano le acque piovane, gli oli e i liquidi dell’attività imprenditoriale raccolti dalle griglie di scolo presenti nell’area”.
Nel corso del controllo e del sequestro è stata verificata la totale assenza di documentazione attestante il corretto smaltimento dei rifiuti.