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MAFIA

Il boss: «I figli di Colluccio sono munnizzari», per la madrina è un affronto: «Ammazzateli»

L'omicidio non si è mai concretizzato. L'ira di Grazia Santapaola partiva dalle parole di un affiliato nei confronti dei suoi familiari. Oggi la donna al gip ha voluto fare solo dichiarazioni spontanee

Laura Distefano

03 Dicembre 2025, 16:40

17:45

Arrestata la "zia" Grazia Santapaola: la madrina che disse : «Noi siamo il sangue blu della mafia»

Una parola di troppo ha fatto scatenare l'inferno nella mente della madrina. Grazia Santapaola aveva (quasi) ordinato l'omicidio di Daniele Strano, il numero 1 del gruppo mafioso della Stazione. La cugina del boss Nitto, finita ieri in carcere per associazione mafiosa, nel 2023 ha contattato uno dei nipoti per discutere di un articolo stampa uscito dopo il blitz Leonidi.

In una conversazione, diventata la bussola del confronto fra nuova e vecchia mafia (militare), Daniele Strano si è lasciato andare a un commento poco felice nei confronti dei figli di Salvatore “Colluccio” Santapaola. Fra questi c'è Francesco che fino al 2016 è stato rappresentante provinciale della famiglia mafiosa. Il boss della Stazione discutendo con Seby Ercolano, arrestato in Leonidi, ha etichettato come «munnizzari» i figli di “Colluccio” Santapaola, colpevoli di non aver ereditato il carisma criminale della stirpe della famiglia di Cosa Nostra.

La zia Grazia è montata su tutte le furie: «Li ammazzate immediatamente», ha detto a uno dei nipoti. Che prima però voleva leggere con i suoi occhi l'articolo. Nel frattempo c'era stata la convocazione a casa di Grazia Santapaola del papà di Strano che aveva, non solo difeso il figlio, ma evidenziato che i riferimenti non erano agli eredi di Colluccio ma ad altri. Versione che però non ha convinto la donna che non avrebbe accettato questo affronto.

Nelle oltre trecento pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Anna Maria Cristaldi si susseguivano parecchie conversazioni captate contemporaneamente in più operazioni che hanno permesso alla pm Raffaella Vinciguerra di avere un quadro probatorio sulla figura della «zia Grazia», da ieri dietro le sbarre. L'omicidio non si è concretizzato. Anche perché Strano, terrorizzato, ha provato a ridimensionare la gravità di quelle parole finite nei faldoni dell'operazione Leonidi.

Coinvolgendo anche Cristian Paternò, uomo di fiducia di Francesco Russo, l'ultimo reggente conosciuto di Cosa Nostra catanese. Paternò, Russo e Strano poi, l'estate scorsa, sono stati arrestati nell'operazione “Ombra”. E, anche questo, in qualche modo avrebbe fatto calmare i piani di sangue della signora Santapaola. Ed è proprio l'operazione Ombra a fornire gli elementi della piena «operatività dell'indagata all'interno dell'associazione mafiosa». 

Il fatto che l'indagata «arrivasse a sentenziare l'omicidio di Strano, reo di avere mancato di rispetto ai componenti della famiglia di sangue», sarebbe la dimostrazione di un potere che «poteva essere esercitato solo da un appartenente all'associazione mafiosa e situato in una posizione di vertice». La moglie di Turi Amato, il boss storico della strada Ottantapalmi - via della Concordia -, faceva valere sempre la sua parentela con il capo dei capi di Catania. Parlando con una «guardia» che avrebbe sostenuto che alla fine tutti finivano per collaborare con la giustizia avrebbe detto (anzi ripetuto) «Ci scorre il sangue blu! Perciò tu qua a casa mia pentiti non ne trovi».

Della «zia Grazia» o «Graziedda» ne hanno parlato poi diversi collaboratori di giustizia, alcuni recenti. Come Rosario Bucolo, numero 2 del gruppo mafioso del Castello Ursino, arrestato dal Ros nell'inchiesta Mercurio che è l'indagine madre da cui scaturisce la misura cautelare nei confronti della donna boss. Ma parla di Grazia Santapaola anche Sam Privitera, l'uomo dei Nizza che ha ordinato nel 2021 l'assassinio (avvenuto stavolta) di Enzo Timonieri.

L'indagata non si è sottoposta all'interrogatorio di garanzia davanti al gip, ma ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Che però restano top secret.