ACIREALE
«Se mancate di rispetto vi do fuoco», l’ombra dell’estorsione sul restyling della chiesa di Pennisi
Il luogo di culto appena riaperto ai fedeli . In 2 rinviati a giudizio dopo avere lasciato un biglietto di minaccia in cui chiedevano 20mila euro
Dietro i lavori di riqualificazione della chiesa di S. Maria del Carmelo di Pennisi, dichiarata inagibile in seguito al sisma della notte di Santo Stefano del 2018, aleggia l’ombra dell’estorsione da parte di due soggetti del posto, individuati dai carabinieri e ora a giudizio con l’accusa di tentata estorsione nei confronti dei titolari dell’impresa che ha eseguito i lavori nel tempio sacro, riaperto alle funzioni religiose, lunedì, nel corso di una affollata cerimonia.
I presunti taglieggiatori hanno lasciato un inquietante e farneticante biglietto di minaccia in cantiere, con scritto: “La prossima volta che mancate di rispetto a qualcuno nel vicinato vi do fuoco vivi. Fate un’offerta per i fratellini in Cristo di 20mila euro per il disturbo creato se Dio è al di sopra di tutto”. I titolari dell’azienda non si sono lasciati intimidire e hanno subito informato il competente Comando Compagnia dei carabinieri di Acireale, che ha avviato l’inchiesta, risalendo all’identità degli autori del presunto tentativo di estorsione nel giro di 24 ore dai fatti.
Un’indagine lampo, sulla scorta delle indicazioni fornite agli investigatori dagli operai e dagli stessi titolari dell’impresa, supportati dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, i carabinieri sono risaliti alla coppia di malfattori, entrambi incensurati, che sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria. Rinviati a giudizio, se condannati rischiano una dura condanna, da cinque a dieci anni di reclusione. Sembra che gli autori della lettera minatoria abbiano agito al culmine dell’ennesimo scontro con i responsabili della ditta, invitati a ridurre i rumori dei macchinari di cantiere per non disturbare i residenti. Dallo scontro verbale alle minacce con l’azzardo di redigere e recapitare la lettera estorsiva all’impresa, invitandola “a portare rispetto” frase di per sé abbastanza grave, in aggiunta alla richiesta di sborsare 20mila euro, in stile mafioso. Tra i residenti tutti erano a conoscenza degli scontri verbali tra alcuni abitanti e l’impresa, ma nessuno aveva dato peso alla vicenda.
La richiesta estorsiva ha cambiato le cose e messo in allarme i titolari del cantiere, preoccupati di possibili attentati dinamitardi ai macchinari. La decisione del comandante della Compagnia dei carabinieri, Domenico Rana, di inviare un’auto di pattuglia nella frazione ha restituito serenità ai lavoratori e la consegna del luogo di culto alla comunità non ha subito ulteriori ritardi. L’indagine, invece, ha incastrato i due allo loro responsabilità.