l'iniziativa
Ricordare per costruire la pace: la memoria degli eroi di Santa Venerina rivive grazie agli studenti
Il volume realizzato dall’Istituto De Roberto, frutto del lavoro di ricerca e passione di docenti e alunni, riporta alla luce storie, lettere e volti dei giovani caduti nelle due guerre mondiali: un progetto che celebra le radici locali e promuove i valori della memoria e della cultura siciliana
L’Istituto comprensivo Federico De Roberto di Zafferana Etnea si conferma scuola pilota, tra tutte le istituzioni isolane, del progetto “Scuola e cultura regionale in Sicilia”, attuazione concreta della Legge regionale n. 9 del 31 maggio 2011, dedicata alla promozione, valorizzazione e insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano all’interno delle scuole. In questa quarta edizione, l’Istituto di Zafferana, divenuto una vera e propria Scuola-casa editrice grazie ai fondi dell’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione Professionale e all’impegno dell’on. Girolamo Turano, ha dato alle stampe il volume “Perché la patria viva. Essi sono morti. In memoria dei giovani di Santa Venerina caduti per la più Grande Guerra – Lettere dal fronte di Matteo Russo – Lettere dalla seconda guerra mondiale”.
Il testo, che sarà presentato lunedì 3 novembre alle ore 17,30 presso il teatro Eliseo di Santa Venerina, è frutto del lavoro di 32 alunni di Santa Venerina frequentanti l’Istituto De Roberto, affiancati e coordinati dai loro insegnanti: il dirigente scolastico Salvatore Musumeci, Maria Pia Russo, Sebastiano Lanza, Zelinda Di Grigoli, Graziella Trovato, Carmelinda Villeri e Angelo A. Vinci. «Gli alunni di Santa Venerina – spiega il preside Musumeci – hanno inteso dare voce ai giovani militari del loro paese impegnati nei conflitti del ‘900. Molti non fecero ritorno, mentre chi sopravvisse divenne testimone delle esperienze dolorose che segnarono per sempre la loro esistenza. Abbiamo seguito con interesse la loro intensa ricerca storica, il lavoro di scavo nella memoria degli intervistati, le pagine degli archivi, le testimonianze dei familiari, i documenti ritrovati nei cassetti e messi a disposizione da più parti. Tutto ciò per un fine unico e nobile: umanizzare i caduti di Santa Venerina, i cui nomi incisi sulle lapidi rischiano di diventare semplici elenchi di persone condannate all’oblio. Abbiamo assistito all’entusiasmo dei nostri alunni, impegnati nel riportare alla luce documenti e testimonianze dirette di nonni e anziani del paese, rivelando il coraggio di quei soldati santavenerinesi – contadini poveri, braccianti, piccoli artigiani, spesso poco istruiti – ma capaci di scrivere lettere dal fronte ai loro cari. Hanno raccolto foto e cartoline d’epoca, che sono state inserite a corredo del volume assieme alle svariate interviste».
Il sindaco di Santa Venerina, Santo Raciti, ha espresso soddisfazione: «Il lavoro dei ragazzi è meritevole e fa rivivere i nostri concittadini caduti nelle due sanguinose guerre mondiali. Ha inoltre permesso di ritrovare una lapide commemorativa dei caduti a Cosentini, frazione di Santa Venerina, realizzata nel 1925 e fino a oggi scomparsa; la ricollocheremo nel luogo corretto. Ricordare non è mero esercizio di memoria, ma orientamento a essere sempre e ovunque “costruttori di pace”».
Le linee guida per la realizzazione del testo sono state fissate dal Tavolo tecnico regionale istituito dall’assessorato alla Pubblica Istruzione e Formazione Professionale, diretto dall’on. Girolamo Turano, dal Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani dell’Università di Palermo, presieduto dal prof. Giovanni Ruffino, e dall’Ufficio Scolastico Regionale. Nella prefazione, l’on. Turano motiva l’orientamento strategico: «In una società sempre più “liquida” e globale, valorizzare le identità locali rappresenta una risposta efficace al progressivo indebolimento delle radici storiche e culturali. In un mondo che rischia di perdere orientamento nel presente e capacità di progettare il futuro, la tutela del patrimonio storico-artistico e la salvaguardia della cultura regionale diventano obiettivi irrinunciabili».
Il prof. Ruffino sottolinea: «Le linee guida insistono sulla necessità di affrontare temi storici, linguistici e letterari cogliendone la continuità e i legami che uniscono eventi storici e fenomeni culturali. La pubblicazione e la valorizzazione delle lettere della prima e seconda guerra mondiale – documento di grande rilievo linguistico – presenti in questo prezioso volume, unitamente ai numerosi materiali cartacei, fotografici e alle testimonianze ufficiali, assumono pienezza di valore proprio perché ancorate a una memoria viva, condivisa e inserita in percorsi educativi».
Giorgio Cavadi, ispettore tecnico emerito dell’Ufficio Scolastico Regionale Sicilia, osserva: «Il volume cita all’inizio l’articolo 11 della Costituzione italiana che “ripudia la guerra come mezzo di offesa e strumento di risoluzione delle controversie internazionali”: questa ricerca, analizzando il passato, si colloca in piena sintonia con tale principio». Profonda appare la verità intrinseca nella frase attribuita a Erodoto: “Nessuno è così insensato da scegliere la guerra prima della pace; perché nella pace i figli seppelliscono i padri, ma nella guerra i padri seppelliscono i figli”. Questa riflessione risuona nel cuore della ricerca, che promuove la pace come valore supremo.
La presentazione del libro, organizzata dall’Associazione STO.CU.SVI.T (Storia Cultura Sviluppo Territoriale) e dal suo presidente Giovanni Vecchio, con la collaborazione di Gesuele Sciacca, l’Istituto comprensivo De Roberto, il Comune di Santa Venerina, l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Siciliana, vedrà la partecipazione di numerosi interventi da parte di politici, accademici, esperti di cultura e operatori della scuola.