Catania
Gli uomini e il vulcano, le foto di Fosco Maraini sull’eruzione dell'Etna che minacciò Milo e Fornazzo
Dal 4 dicembre la mostra organizzata dall’Ingv con 50 scatti, tra paura e fede, della colata del '50-51
Foto di Fosco Maraini
Volti piegati dalla fatica, profili intagliati nella pietra, anime unite nella paura e nella fede abitano uno scenario primordiale. Una fila faticosa - barbe lunghe, sguardi ruvidi e stanchi, fazzoletti scuri annodati sotto il mento, un grumo nel cuore - segue l’uomo con il crocifisso fin sotto la colata. Il muro caldo e fumante di pietre e lava che minaccia le loro case.
Nessuno tra Milo e Fornazzo è riuscito a dormire in quelle ultime notti. Nessuno ha chiuso occhio mentre ‘a Muntagna ruggiva facendo scivolare la lava fin quasi ai margini del paese.
L’occhio che coglie visi e mani, paure e speranze, processioni e uomini al lavoro è quello di Fosco Maraini, celebre e raffinato fotografo, antropologo, orientalista, scrittore e appassionato di montagna, che seguì l’eruzione dell’Etna del 1950-51.
Cinquanta sue fotografie di quell’evento saranno esposte a Catania, a Palazzo Biscari, dove il 4 dicembre, alle 17.30, si inaugura la mostra “Nevefuocoghiacciozolfolava”, organizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e curata da Stefano Branca, direttore del Dipartimento vulcani dell’Ingv, Mario Mattia, primo tecnologo dell’Osservatorio etneo di Catania, e Maria Donata Napoli, professoressa dell’Accademia di belle arti di Palermo.
I 50 scatti di Maraini sono testimonianza preziosa di una memoria collettiva, di una storia di resistenza. Testimonianza dell'amore e della lotta antica tra l’uomo e l’Etna. L’obiettivo del fotografo non afferra solo la forza della natura, ma si sofferma soprattutto sugli uomini e le donne che affrontavano ancora una volta un’eruzione. Invocando il Santo Patrono, preparandosi ad abbandonare le case o tornando alla vita.
I tre curatori hanno recuperato per la mostra anche il documentario originale girato da Maraini agli inizi degli anni Cinquanta, “Etna mareneve”, con immagini straordinarie per l’epoca, in cui l’autore esprime il suo stupore di fronte a un gigante fatto di neve, fuoco, ghiaccio, zolfo e lava, come si intitola appunto la mostra.
Nel documentario gli estremi si uniscono, le vette e gli abissi. Da una parte «neve, fuoco, ghiaccio, zolfo, lava; vapori sibilanti, brandelli di nebbia. Un mondo dei primordi, la terra di ere trascorse e dimenticate...». Dall’altra, «la pianura verde e accogliente, il mare; lo scenario svelato dell'Etna sottomarina», commenta Maraini. «Vecchio Etna prodigioso soltanto su di te è possibile conquistare una vetta la mattina con gli sci e la sera scendere a caccia sottomarina nei fondali ai tuoi piedi».
Il film, tra i primi a presentare immagini subacquee al pubblico, mostra luoghi oggi scomparsi, dove in poche ore si passava dal silenzio dei ghiacci alle profondità marine della costa etnea.
La mostra sarà visitabile a Catania il 4 dicembre a Palazzo Biscari, e dal 9 dicembre al 6 gennaio 2026 nella Sala Parlatoio di Palazzo Platamone. Durante l’inaugurazione sarà distribuito gratuitamente il catalogo realizzato con la collaborazione del presidente dell’Ingv Fabio Florindo, di Dacia Maraini, Francesco Paolo Campione, Rossella Paternò, Marco Albino Ferrari e Paolo Sessa.
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Catania e con il contributo della Fondazione Alinari per la Fotografia, del Gabinetto Vieusseux di Firenze, del Museo Nazionale della Montagna del Cai di Torino e del quotidiano “La Sicilia” di Catania che ha fornito - grazie all’archivio storico digitale - le pagine e gli articoli pubblicati durante l’eruzione del 1950-51.