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Fisco, famiglie, sanità, lavoro e difesa prende forma la Manovra per il 2026

Deficit giù al 3%, l’Ue deciderà se chiudere la procedura di infrazione. Più fondi alle imprese

Redazione La Sicilia

03 Ottobre 2025, 15:44

03 Ottobre 2025, 15:44

Deficit al 3% già quest’anno. Pil allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026, sia a livello tendenziale che programmatico, quindi senza l’effetto spinta della Manovra. Un incremento del Pil nel prossimo triennio, per un totale di 11-12 miliardi, prenotato per le spese alla Difesa, sempre che venga ufficializzata l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo. Il governo aggiorna le stime macro e fissa la rotta e i margini per le prossime misure economiche. A partire dalla Manovra, che prenderà le mosse da alcune priorità: fisco, famiglie, sanità e lavoro.

Il Dpfp, che sostituisce la Nadef, aggiorna le previsioni di aprile e traccia le direttrici della Manovra. Il testo, approvato dal Cdm, verrà ora inviato a Bruxelles e alle Camere, che hanno già calendarizzato l’esame in Aula il 9 ottobre.

Si partirà dalla «ricomposizione del prelievo fiscale», riducendo l’incidenza sui redditi da lavoro. Sarà garantito un «ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale». E misure per «stimolare gli investimenti delle imprese e la competitività». Assicurato anche il sostegno alla natalità e alla conciliazione vita-lavoro. Le coperture sono da definire, ma arriveranno da «una combinazione di misure dal lato delle entrate e di interventi sulla spesa».

«Confermiamo la linea di ferma e prudente responsabilità», commenta il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ricorda la «necessità della tenuta della finanza pubblica nel rispetto delle nuove regole Ue e delle imprescindibili tutele a favore della crescita economica e sociale di lavoratori e famiglie».

Il segnale positivo arriva dall’indebitamento: il deficit 2025 «si attesta, al momento, al 3%» (confermato poi 2,8% per il 2026, 2,6% per il 2027 e 2,3% per il 2028): si aggancia così una soglia cruciale per sperare nell’uscita dalla procedura per deficit eccessivo con un anno d’anticipo. A Bruxelles non ci si sbilancia: per la chiusura il deficit «deve essere sotto il 3%, credo che il 2,9% sia un buon valore», spiega un alto funzionario Ue.

Il taglio Irpef interesserà il ceto medio, con una riduzione di due punti, dal 35% al 33%, per i redditi da 28mila a 50mila euro. Nuove misure per le famiglie, a partire da un nuovo intervento sulle detrazioni con il quoziente familiare. A Confindustria risponde il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: l’obiettivo è rendere l’Ires premiale e strutturale, semplificandola. Per la sanità 2-3 miliardi in più oltre ai 4 già previsti dalla scorsa Manovra. Vanno verso il rinnovo anche le risorse per la Zes. Le banche, infine, avvertono: se ci saranno effetti sulle imprese, avverte l’Abi, a cascata «anche le banche ne potrebbero e ne potranno soffrire».