catania
Il ministro Musumeci e la transizione: «Bisogna coinvolgere anche i cittadini»
L'esponente del Governo Meloni ha chiuso il convegno “La Sicilia verso il green” organizzato dal nostro giornale
«Parliamo di transizione energetica, ma è una transizione sociale. Le istituzioni sono impegnate in questo processo, ma non lo sono i cittadini. Qualunque progetto calato all’alto, senza il coinvolgimento della società civile, appare estraneo e non viene accettato. Manca l’humus culturale che è alla base di ogni progetto riformatore». Intervenendo per concludere i lavori del convegno “La Sicilia verso il green”, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha introdotto una riflessione critica al dibattito che accompagna i programmi di Ue, Stato e Regioni per cambiare il paradigma energetico abbandonando le fonti fossili e sostituendole con quelle rinnovabili, con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico. «Noi siciliani per ragioni ataviche - aggiunge Musumeci - siamo fatalisti, rassegnati, refrattari ai cambiamenti. Ma i passi avanti degli ultimi 4-5 anni sono stati significativi. Passi che cominciarono ad essere percorsi proprio quando Musumeci era presidente della Regione siciliana (2017-2022). Il ministro ha ricordato che fu lui ad imprimere la svolta “verde”, incoraggiato dall’allora ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Stefano Cingolani, che, ricevendolo un giorno a Roma, gli disse: «La natura è stata generosa con la Sicilia: fatene il capolavoro energetico del Mediterraneo». E, infatti, sei anni dopo la Sicilia è la regione leader nel nostro Paese nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
«La transizione energetica - dice Musumeci - è indispensabile e, quindi, ineludibile, ma i metodi, le abitudini, le condotte non sono sempre appropriate. E se lo sono quelle delle istituzioni, non lo sono ancora quelle dei cittadini. Il ministro vede in questo un deficit culturale che andrebbe affrontato senza indugi, consapevoli del fatto che la transizione energetica è una sfida epocale che richiede un salto di qualità non solo nei decisori, ma anche nelle comunità. In tutto questo l’Europa ha le sue colpe. «Nell’UE - spiega - abbiamo faticato a fare capire che le misure, i provvedimenti, le decisioni, ancorché prese all’unanimità, devono essere calate nelle realtà dei singoli Stati. Pertanto, quando si parla di rigenerazione ambientale, bisogna tenere conto delle realtà nazionali. Se un metodo va bene per uno Stato del Baltico, può non andare bene per uno del Mediterraneo.» L’obiettivo delle emissioni zero al 2050 è condivisibile e va rispettato” ha aggiunto Musumeci, avvertendo, tuttavia, che «non esiste sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale. La politica deve potere trovare l’equilibrio tra benessere ambientale e benessere sociale».
Il ministro Musumeci ha ricordato, poi, che non è vero che in Sicilia manca l’acqua. «Il fatto vero - sottolinea - è che si raccoglie negli invasi solo il 12% di tutte le precipitazioni e le reti idriche ne disperdono fino al 60%. «Non appena mi insediai come presidente della Regione, la prima cosa che feci fu di creare l’Autorità di bacino che monitora i bacini idrografici. La facemmo in tre mesi, ma avrebbe dovuto essere creata trent’anni prima».