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Sviluppo

Bene l’innovazione sociale ma per la Sicilia la sfida è mobilitare i capitali privati

Il rapporto Sud Innovation 2025 fotografa la performance delle regioni meridionali lungo quattro pilastri

24 Ottobre 2025, 17:39

Bene l’innovazione sociale ma per la Sicilia la sfida è mobilitare i capitali privati

Nel dibattito sul Mezzogiorno una parola torna con insistenza: competitività che, secondo il recentissimo rapporto Sud Innovation 2025, non può essere uno slogan, ma è la capacità di un territorio di attrarre, trattenere e far crescere nel tempo capitali, talenti e imprese.

È stato questo il focus del Summit promosso lo scorso weekend a Messina da Roberto Ruggeri che si è concentrato sull’attrattività per trasformare il potenziale in sviluppo strutturale.

Per passare dal dire al misurare, il rapporto introduce il Sud Innovation Competitiveness Index (Sici) che fotografa la performance delle regioni meridionali lungo quattro pilastri:

  • Innovazione e imprenditorialità
  • Capitali per l’innovazione
  • Governance e competitività
  • Inclusione, sostenibilità e resilienza

La prima istantanea del Sici 2025 segnala Abruzzo e Campania come avanguardie del Mezzogiorno, sopra la media italiana, seguite da Puglia e Sicilia, sopra la media meridionale. Sardegna, Basilicata e Calabria occupano posizioni intermedie, il Molise è in coda. Accanto a ecosistemi che consolidano massa critica e continuità, persistono ancora divari strutturali che frenano la scalabilità.

Per la Sicilia, la lettura disaggregata è illuminante. Nel pilastro 4inclusione, sostenibilità e resilienza – l’Isola registra punteggi relativamente elevati, in linea con Campania e Abruzzo, grazie anche a una buona incidenza di imprese innovative che crescono, alla permanenza media nel registro delle startup e alla presenza di iniziative a vocazione sociale. Restano margini di miglioramento negli altri pilastri, dove contano densità di brevetti, qualità della governance, accesso a banda ultraveloce, maturità digitale e mobilitazione di capitali privati.

Se l’attrattività è la prova del nove, i capitali sono un ottimo strumento di misurazione. Dal 2018 al primo semestre 2025 la Sicilia ha totalizzato 41 round di investimento (17% del Sud), terza dopo Puglia (72) e Campania (65). In totale 42 milioni di euro raccolti (11% del totale meridionale), a fronte dei 142 milioni della Campania e dei 98 della Puglia nello stesso periodo. Il 2024 ha visto un picco abruzzese grazie a un round eccezionale (HUI da 25 milioni), mentre nel 2025 la Campania è tornata in testa. La Sicilia partecipa alla dinamica di mercato, ma deve aumentare spessore e frequenza di operazioni di taglia maggiore per metabolizzare il salto di scala.

Il rapporto evidenzia inoltre come nel Sud i round pre-seed e seed pesino più della media nazionale e come i cosiddetti “series A” rappresentino lo zoccolo duro degli investimenti. Il flusso di capitali è vivo nella fase iniziale, ma esistono colli di bottiglia nelle fasi di espansione, quando servono risorse pazienti, coinvestimenti e ancoraggi industriali.

La novità del Sici sta nel metodo. Gli indicatori sono selezionati e validati su basi comparabili a livello europeo; i dati sono triangolati e normalizzati per evitare distorsioni dovute ai picchi del Centro-Nord; l’aggregazione con pesi equidistribuiti rende la lettura trasparente. Si sommano risultati imprenditoriali (startup, scale-up, brevetti), capacità di mobilitare risorse (pubbliche, private, internazionali), qualità del contesto (digitale, giustizia civile, e-procurement) e tenuta inclusiva e sostenibile degli ecosistemi. È una bussola utile a policy maker e investitori, perché riduce l’incertezza e indirizza sulle priorità misurabili.

Il messaggio del Sud Innovation Summit è preciso. Per la Sicilia sono necessari più capitali per la crescita, collegamento con le filiere (agroalimentare, energia, cultura e turismo digitale), infrastrutture immateriali uniformi (banda, competenze digitali), apertura alle imprese mature e diffusione territoriale dell’innovazione per connettere i poli urbani alle aree interne.

L’Isola mostra segnali robusti sul fronte sociale e di resilienza. Il passo successivo è attrarre di più, trattenere meglio, scalare più spesso. Così la competitività da aspirazione diventa risultato misurabile.