Aggredita dal branco di cani randagi, si è salvata solo per miracolo assieme alla sua cagnolina. Dopo un mese di dolorose cure non ancora terminate, solo ora ha iniziato ad alzarsi e dovrà ricorrere pure a un chirurgo plastico perché rimasta sfregiata in volto, ma soprattutto nell'anima.
La vicenda è stata appresa da questo giornale solo ieri, ma risale allo scorso 7 ottobre ed è accaduta in via Galermo, all'altezza del civico 298. La protagonista, C.M., ha deciso di raccontare e denunciare pubblicamente l'accaduto «per evitare che possa accadere a qualcun altro. Chiedo che chi di competenza se ne faccia carico e intervenga. Si parla di almeno 30 cani randagi con diversi nuovi cuccioli. Chi controlla questi animali e il loro benessere? Chi preserva la sicurezza dei cittadini?».
Si tratta di due branchi di cani randagi che stazionano ormai stabilmente in un ampio terreno accanto alla palazzina in cui vive la famiglia di C.M., ormai tenuta in ostaggio. La recinzione è mancante in più punti e da lì gli animali sbucano fuori.
Cosa ricorda dell’aggressione? «Era mattina, avevo portato la mia cagnolina a fare i propri bisogni, e io di cani ne ho tre. Appena uscita dal cancello ho visto davanti a me un cucciolo del branco: mentre prendevo la mia cagnolina per proteggerla ha fatto un balzo e mi ha morso più volte al volto. Ricordo il dolore intenso e che dietro a lui erano comparsi i cani più grandi; solo per fortuna non avevo chiuso ancora il cancello e mi sono rifugiata dentro. Non ho capito subito la gravità della situazione finché non siamo arrivati al pronto soccorso: sarebbe bastato un secondo in più e mi avrebbe potuto azzannare agli occhi».
Da lì è iniziato un mese di vero calvario, il taglio dalla bocca allo zigomo è ancora visibile, l’infezione le ha fatto gonfiare il collo e solo la Tac ha escluso una lesione ossea. Ma l'odissea non è certo finita. «Noi amiamo gli animali - precisa - ma come si fa a far prosperare una situazione senza controllo? Il Comune dice che non ha fondi o, se li ha, non ha canili. Il pericolo intanto resta. Chi ci tutela? Mi hanno suggerito di adire le vie legali, e lo farò, anche se speravo che si intervenisse senza doverlo fare».
«Non sapevamo dell'aggressione - ha riferito, da noi informata, l’assessore al Randagismo Viviana Lombardo - Il problema è che il terreno è privato e per intervenire serve l’autorizzazione. Sembra sia un branco su cui in passato eravamo già intervenuti con prelievo, microchippatura e sterilizzazione, a cui si sono uniti altri cani probabilmente provenienti da paesini al confine con Catania. Ci stiamo attivando per il recupero di questi cani e per la loro identificazione».
Si faccia presto, e si solleciti pure il privato a sistemare la recinzione.