IL DISCORSO
Trump e la pace: «Oggi è l’alba storica di un nuovo Medio Oriente». E Netanyahu lo ringrazia: «Sarà ricordato nella storia»
Gli interventi al Parlamento israeliano del presidente degli Stati Uniti e del leader dello stato ebraico
«Ci riuniamo in un giorno di profonda gioia, di speranza crescente, di fede rinnovata e, soprattutto, un giorno per rendere il nostro più profondo ringraziamento all’Onnipotente Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Dopo tanti anni di guerre incessanti e pericoli senza fine, oggi il cielo è sereno, le armi tacciono, le sirene non suonano più e il sole sorge su una Terra Santa finalmente in pace. È l’alba storica di un nuovo Medio Oriente». Così il presidente Usa Donald Trump ha aperto il suo discorso alla Knesset, secondo estratti del discorso diffusi dalla Casa Bianca.
«Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi. Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l’intero Medio Oriente», ha detto ancora Trump nel discorso alla Knesset. «Insieme abbiamo dimostrato che la pace non è solo una speranza che possiamo sognare, ma una realtà su cui possiamo costruire, giorno dopo giorno, persona dopo persona, nazione dopo nazione».
Per Trump «l'attenzione su Gaza deve concentrarsi interamente sul ripristino dei fondamenti della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico, affinché possano finalmente avere la vita migliore che i loro figli meritano».
In un passaggio Trump ha parlato anche del 7 ottobre 2023. «La crudeltà di quel giorno 7 ottobre ha colpito al cuore l’umanità stessa. Gli Stati Uniti d’America hanno pianto insieme a voi e hanno pianto i propri cittadini che sono stati uccisi in modo così brutale. A tutte le famiglie le cui vite sono state cambiate per sempre dalle atrocità di quel giorno e a tutto il popolo di Israele, sappiate che l’America si unisce a voi in questi due voti eterni: Non dimenticare mai e mai più».
«Fin dal primo giorno della fondazione dell’Israele moderno, siamo rimasti uniti attraverso prove e battute d’arresto, attraverso vittorie e sconfitte, attraverso gloria e dolore», ha detto ancora il presidente degli Stati Uniti. «Abbiamo costruito industrie insieme, abbiamo fatto scoperte insieme, abbiamo affrontato il male insieme, abbiamo combattuto insieme la guerra e, forse la cosa più bella di tutte, abbiamo fatto la pace insieme. E questa settimana, contro ogni previsione, abbiamo fatto l’IMPOSSIBILE e riportato a casa i nostri ostaggi».
«Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti in questa regione che decenni di fomentare terrorismo, estremismo, jihadismo e antisemitismo non hanno funzionato: si sono ritorti contro di loro in modo totale», ha concluso Donald Trump. «È più evidente che mai che le nazioni produttive e responsabili di questa regione non dovrebbero essere nemiche o avversarie, ma partner e, alla fine, persino amiche - ha aggiunto - Anche con l’Iran, il cui regime ha inflitto così tante morti in Medio Oriente, la mano dell’amicizia e della cooperazione è sempre aperta».
Il ringraziamento
Alla fine del discorso di Trump, ha parlato Benyamin Netanyahu: «Grazie presidente Trump», ha esordito. «Il nome di Trump sarà ricordato nella storia - ha aggiunto - è il più grande amico che lo Stato di Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca. Nessun presidente americano ha mai fatto tutto questo per Israele».
«Ora bisogna occuparsi del disarmo di Hamas in modo che non sarà più una minaccia per Israele», ha detto ancora Netanyahu parlando alla Knesset. «Lei - ha aggiunto rivolgendosi al presidente Donald Trump che gli sedeva vicino - ha sostenuto la mia idea di mandare le truppe nelle loro roccaforti. Avevamo ragione, Hamas si è arresa. Lei ha cambiato la situazione».