×

Il dibattito

Ponte sullo Stretto, in Senato va in scena la "battaglia" di dati tra esperti. Che restano divisi

All'iniziativa della senatrice a vita Elena Cattaneo anche Carlo Doglioni, già presidente di Ingv: «Servono ulteriori analisi»

Redazione La Sicilia

18 Novembre 2025, 18:31

22:23

Ponte Messina

È stata una vera e propria battaglia di dati quella andata in scena oggi al Senato in merito agli aspetti geologici e di sicurezza del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Ricercatori e tecnici si sono confrontati oggi a Roma nell’incontro organizzato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo. «Il ponte sullo Stretto di Messina potrebbe resistere a un terremoto come quello dell’Aquila o al peggiore scenario immaginabile?», ha chiesto la senatrice ai ricercatori e ai tecnici, osservando che «sono doverose risposte che poggino su solide basi scientifiche». «Vogliamo capire i dati - ha aggiunto - per comprendere meglio un’opera che riguarda tutti». Per l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, «il progetto definitivo del ponte è il risultato di un grande lavoro svolto da un team internazionale a guida italiana».

Le obiezioni però non sono mancate. Carlo Doglioni, della Sapienza Università di Roma e già presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha detto che lo Stretto di Messina è un’area nella quale non si possono escludere eventi sismici di magnitudo maggiore di 7. Vi sussistono infatti, ha aggiunto, «tre sistemi di faglie: quelle dello Stretto di Messina, di Scilla e di Capo Peloro». Di conseguenza sarebbe necessario «proseguire gli studi per perfezionare il progetto». Sul rischio di forti terremoti nello stretto è di parere diverso il sismologo Gianluca Valensise, dell’INGV: «non abbiamo evidenza storica di terremoti molto forti in questa zona» e «ci sono limiti fisici che la faglia dello Stretto di Messina possa generare terremoti più forti».

Tuttavia il progetto del ponte sullo Stretto si basa sugli scenari peggiori, ha osservato Iunio Iervolino, ordinario di Tecnica delle costruzioni all’Università Federico II di Napoli e all’Università di Pavia: «non è possibile determinare l'accelerazione massima determinata da un terremoto» e di conseguenza «le strutture si progettano calcolando il rischio più grande».

Considerando però i progressi tecnologici fatti nella progettazione dei ponti dal '900, è evidente che un ponte con una campata unica di 3,3 chilometri come quello progettato per lo Stretto di Messina è una vera «impennata» tecnologica, ha detto Federico Mazzolani, emerito di Tecnica delle costruzioni dell’Università Federico II di Napoli.

Nessuna criticità sulla struttura per quanto riguarda i venti è stata espressa da Giorgio Diana, emerito del Politecnico di Milano e direttore della galleria del vento Cirive. Ha infine raccomandato cautele anche Mario de Miranda, ingegnere specializzato in ponti e grandi strutture, già professore all’Università di Venezia: «è opportuna riesaminare il progetto, fare tutte le prove e attendere i risultati».