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incidente probatorio

Garlasco, il tribunale assediato per il caso Poggi: il DNA che non convince e il ritorno di Stasi

Le tracce trovate sono attribuite ad Andrea Sempio: per la difesa dell'indagato sono inutilizzabili, per la Procura e i legali dell'unico colpevole riconosciuto confermano invece la compatibilità.

Redazione La Sicilia

18 Dicembre 2025, 10:19

Andrea Sempio

Andrea Sempio

Il Palazzo di Pavia, blindato e assediato da telecamere e cronisti, stamani ha visto sfilare avvocati, consulenti e curiosi. L'aria era densa di attesa: l'incidente probatorio sul delitto di Garlasco prometteva colpi di scena. Tra i primi ad arrivare, il difensore di Andrea Sempio, Liborio Cataliotti, che davanti ai microfoni ha messo subito il punto: “Oggi viene messo il suggello su un dato probatorio. La perita Albani ha lavorato egregiamente, ma il risultato non è replicabile e quindi giuridicamente inutilizzabile”.

La battaglia sul DNA

Il cuore della discussione è quel DNA maschile estrapolato dalle unghie di Chiara Poggi. La consulente del gip, Denise Albani, lo ha definito “moderatamente compatibile” con l'aplotipo Y di Sempio o dei suoi familiari paterni. Ma la difesa non ci sta: “Non si può dire dove, come e quando sia avvenuto il contatto”, ribadisce Cataliotti, evocando la possibilità di una traccia “mediata”, lasciata toccando un oggetto tempo prima del delitto. Angela Taccia, collega di Cataliotti, insiste sui limiti della biostatistica: una banca dati locale, numeri parziali, nessuna certezza. Per i legali di Stasi, invece, la perizia conferma le analisi che hanno portato alla riapertura dell'inchiesta su Sempio. Due visioni inconciliabili che si scontrano davanti ai giudici.

Ombre e dettagli

Sul tavolo anche altre questioni: la misteriosa “traccia 33” su un muro, mai acquisita; le telefonate di Sempio al fratello di Chiara, Marco, pur sapendolo assente; lo scontrino del parcheggio che, secondo l'accusa, non appartiene a lui. Tasselli che alimentano sospetti e contraddizioni, rendendo l'udienza un mosaico di ipotesi e contestazioni.

Il ritorno di Stasi

Il colpo di scena arriva con Alberto Stasi. Condannato in via definitiva a 16 anni, si presenta in aula in semilibertà. Non può parlare ai giornalisti, ma la sua sola presenza scuote l'atmosfera. “È interessato a seguire l'udienza, e questo mi fa piacere”, commenta il suo avvocato Antonio De Rensis. Gli sguardi si concentrano su di lui: l'uomo che la giustizia ha già indicato come unico colpevole, ora spettatore di un procedimento che potrebbe rimettere in discussione la sua storia.

Epilogo sospeso

L’incidente probatorio deciderà se quelle tracce genetiche potranno entrare come prova in un eventuale processo. La Procura sembra intenzionata a chiedere il rinvio a giudizio, ma la battaglia tra consulenze e interpretazioni scientifiche lascia aperti molti interrogativi. A diciotto anni dal delitto, il caso Garlasco continua a dividere, e l’aula di Pavia resta il palcoscenico di una verità ancora incompiuta.