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lotta al crimine

Così gli anziani disperati diventano fiancheggiatori dei clan

Pochi euro per nascondere armi e droga: l'analisi con un funzionario della Polizia

Concetto Mannisi

23 Ottobre 2025, 21:50

24 Ottobre 2025, 00:22

Così gli anziani disperati diventano fiancheggiatori dei clan

«Come se fosse un reddito di cittadinanza». Sembra una battuta quella del dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, Antonino Ciavola, ma non lo è. Perché nella disperazione che affligge interi nuclei familiari, dove si fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, quelle piccole somme di denaro che vengono ancora oggi garantite dalla criminalità organizzata per custodire armi e soprattutto droga, rappresentano l’unica, vera forma di sostentamento. Un po’ come accadeva fino a non molto tempo fa con il “reddito” (così lo chiamavano i catanesi). Per quanto c’era chi riusciva, poi, ad arrotondare attraverso lavoretti da svolgere - manco a dirlo - rigorosamente in nero.

Non è questo il caso a cui ci riferiamo. Perché la nostra analisi è rivolta davvero a casi più o meno disperati. Quelli di cui invitiamo a parlare lo stesso Ciavola: «Sì, definiamoli pure disperati - evidenzia - Perché diversamente ci si porrebbe qualche remora a custodire le armi o le sostanze stupefacenti di certi criminali. Invece ci sono nuclei familiari, preferibilmente composti da anziani, che campano soltanto grazie a quelle poche centinaia di euro che vengono loro elargite: i delinquenti rischiano di meno e pure i custodi, proprio in virtù dell’età, riescono ad evitare il carcere».

Non sempre.

«Non sempre, è vero. Talvolta riusciamo a incastrare gli uni e gli altri. E ciò a dispetto delle misure di sicurezza che vengono adottate».

«La prima - chiarisce Ciavola - riguarda la circostanza che i criminali riescono ad avvicinare persone estranee ai giri delinquenziali e per questo insospettabili. A questo si aggiungono le mille precauzioni che vengono osservate prima di procedere al ritiro di quello che era stato precedentemente nascosto».

Ci sono anziani che fanno da vedetta.

«È vero, con tanto di radioline ricetrasmittenti. E ci sono pure quelli che nel tempo libero - tanto, è ovvio - si mettono a confezionare le singole dosi di sostanze stupefacenti, evitando pure questo lavoro di pesatura a chi li paga».

L’ultimo arresto ha riguardato la parente di un affiliato. Forse per questo è stato più facile.

«Non c’è niente di facile. A volte è questione di preparazione altre, magari di fortuna».

Come, ad esempio, quando...?

«Quando una nostra unità cinofila ha fiutato, per strada, il modico quantitativo di marijuana che un giovane teneva in tasca. Il ragazzo veniva fuori dall’appartamento dei custodi della droga: siamo entrati e subito abbiamo compreso - dall’odore - quale fosse l’attività che si svolgeva lì. Beh, possiamo dire che la fortuna aiuta davvero gli audaci...».