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Musica

Al Teatro Massimo il Concerto per la pace

Il 30 novembre grandi pagine di Chajkovskij, Saint‑Saëns, Schubert e Poulenc per un messaggio di dialogo e fraternità

Redazione Palermo

27 Novembre 2025, 12:10

12:13

teatro massimo palermo

Il Teatro Massimo

Il Teatro Massimo ospiterà il Concerto per la Pace, una serata che unisce la grande tradizione sinfonica europea a un messaggio di dialogo, cooperazione e fraternità tra i popoli.

L’iniziativa, affidata alla direzione del maestro Marek Wroniszewski alla guida dell’Orchestra sinfonica italiana, è in programma il 30 novembre alle 20.30.

Il programma scelto intreccia alcune delle pagine più emblematiche del repertorio, capaci di raccontare attraverso la musica il conflitto, la speranza, la fragilità e la rinascita. L’"Ouverture Solennelle" di Chajkovskij, con la sua scrittura travolgente e la potenza evocativa, aprirà la serata come una riflessione sonora sulla complessità della storia e del destino dei popoli.

Seguirà l’"Introduzione" e "Rondò capriccioso" di Saint‑Saëns, un brano di brillante virtuosismo nel quale il violino, affidato al talento di Riccardo Obiso, si fa voce narrante di una sensibilità raffinata e luminosa.

Sarà poi la volta dell’intensità drammatica di Schubert con "La morte e la fanciulla", proposta nella revisione di Crapisi: una pagina che traduce in musica la tensione tra fragilità umana e forza interiore, offrendo al pubblico un momento di profonda introspezione.

La chiusura sarà dedicata all’ironia, allo spirito giocoso e insieme alla spiritualità di Francis Poulenc, con il Concerto per due pianoforti, interpretato da Gianfranco Pappalardo Fiumara e Giulio Potenza, duo che unisce maturità interpretativa, energia tecnica e una lunga esperienza in prestigiosi contesti internazionali.

"La musica è oggi il nostro linguaggio universale, la voce più autentica e limpida con cui possiamo parlare di pace - spiegano Gianfranco Pappalardo Fiumara e Giulio Potenza -. È un'arma di non violenza, capace di superare confini, culture e differenze, perché nelle note non c'è conflitto: esse convivono, dialogano, si armonizzano. I grandi compositori lo hanno sempre saputo, affidando alle loro opere messaggi che gli interpreti, ancora oggi, restituiscono con una forza che arriva dritta al cuore. Per questo - concludono - abbiamo voluto un Concerto per la pace: perché la musica ci ricorda ciò che a volte dimentichiamo e, cioè, che l’umanità ha già dentro di sé un linguaggio che unisce.

E farlo in uno dei luoghi simbolo della tradizione teatrale siciliana, il Teatro Massimo di Palermo, e di questo ringraziamo il sovrintendente Marco Betta, significa affermare, con ancora più convinzione, che la cultura può e deve essere un ponte, un esempio, un richiamo costante ai valori più nobili della convivenza pacifica.