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La polemica

"Gite" ad Auschwitz, anche Memoriale Shoah contro la ministra Roccella. Lei precisa: «Il mio era un interrogativo»

Richieste audizioni in Senato e scontro politico sul carattere e la presenza dell'antisemitismo oggi

Redazione La Sicilia

13 Ottobre 2025, 20:03

La ministra Eugenia Roccella

La ministra Eugenia Roccella

Non cenna a placarsi la polemica dopo le parole della ministra Eugenia Roccella sui viaggi di istruzione ad Auschwitz - che la ministra ha chiamato 'gitè - e che, per la responsabile del dicastero per la Famiglia, «sono state un modo per ripetere che l’antisemitismo era una questione fascista e basta».

La fondazione Memoriale della Shoah di Milano ha tenuto a sottolineare che «dipingere la visita a questi luoghi come frutto di un disegno politico di parte, limita prima di tutto la Memoria delle vittime e rappresenta un falso storico».

Ma in serata a Quarta Repubblica Roccella precisa: «Ho toccato un nervo scoperto, ho detto la verità, ho detto sono gite? Sono gite se poi vediamo studenti nelle piazze che urlano slogan antisemiti e insultato Segre. Quanti in quelle piazze avevano fatto quei viaggi? C'è un problema di antisemitismo che non può essere confinato in una epoca storica, il nazifascismo, e in una area politica, è qualcosa di strisciante. Noi dobbiamo fare meglio i conti con il nostro passato, in Germania li hanno fatti di più. Non ho contestato quei viaggi, credo siano utili e importante è ricordare l’Olocausto ma va affrontata la consapevolezza di quanto l’antisemitismo è vivo in particolare in quelle piazze che a sinistra non vengono criticate». E poi la stoccata finale: «L'antisemitismo oggi è più a sinistra che a destra, non essendoci stata questa presa di coscienza».

Manuela Ghizzoni, presidente della Fondazione Fossoli, non ha usato mezzi termini: «'la distruzione degli ebrei d’Europà, per citare un famoso testo di Hilberg, e con essi di quelli italiani, ha trovato la propria completa attuazione grazie all’ideologia fascista e nazista, di predominio di una 'razzà superiore sulle altre e di costruzione di un nuovo ordine europeo. Una responsabilità che l’Italia fascista porta in pieno a sua perenne onta». E sottolineato l’importanza che tutte le istituzioni, a ogni livello, «operino in maniera compatta, senza inviare messaggi contrastanti o ambigui».

Intanto Fratelli d’Italia ha chiesto formalmente che la ministra alla Famiglia riferisca davanti alla commissione contro razzismo e antisemitismo guidata da Liliana Segre al Senato; la stessa Roccella, del resto, aveva dato la propria disponibilità ad un’audizione. La richiesta è arrivata formalmente dal senatore Marco Scurria, capogruppo di FdI nella commissione, nell’intento di consentire alla ministra di poter spiegare l’effettivo intento delle sue parole - come ha spiegato all’ANSA - anche rispetto alla senatrice a vita Segre, che ieri aveva replicato duramente a Roccella.

All’opposizione c'è chi, come il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, ha chiesto le dimissioni di Roccella. Dalla parte della ministra, invece, si è schierato il network di associazioni 'Ditelo sui tetti': «qualsiasi ipotesi negazionista, per chi conosce Eugenia Roccella, è semplicemente inverosimile». Per Gianfranco Fini, presidente dell’ex Alleanza Nazionale, tutto deriva «da una parola francamente inappropriata: non si tratta di gite, ma di visite, importanti per far conoscere ai più giovani l’unicità della Shoah e che cosa significava l’antisemitismo per i regimi nazifascisti». 

di Valentina Roncati