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Politica

Ispica e la sfiducia al sindaco, Leontini: "Io non mi dimetto"

La resa dei conti a una manciata di mesi dal voto si consumerà nella seduta di consiglio comunale del 12 novembre

Carmelo Riccotti La Rocca

24 Ottobre 2025, 06:55

Leontini sindaco

Il sindaco Innocenzo Leontini

“Io non mi dimetto”. Nessuna esitazione per il sindaco di Ispica Innocenzo Leontini che si dice pronto ad affrontare a testa alta la seduta del consiglio comunale che, salvo sorprese degli ultimi giorni, lo sfiducerà. L’assise in questione è prevista per il prossimo 12 novembre ed è stata convocata dal presidente del consiglio comunale Giambattista Genovese il quale, ironia della sorte, potrebbe dare il colpo di grazia al primo cittadino di Ispica.

Genovese non risulta tra i dieci firmatari della mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, ma afferma che, se dovesse servire, è pronto a votarla. In teoria se i 10 firmatari rimarranno fermi nella loro posizione, basteranno già loro a sfiduciare Leontini, ma Giambattista Genovese, che non ha votato la mozione di sfiducia presentata nel mese di dicembre scorso, vuole dare un segnale chiaro e forte al sindaco e a tutta la classe politica. “Non sarà una pugnalata alle spalle perché ho già anticipato la mia intenzione all’amico Innocenzo Leontini - dichiara Genovese - invitandolo tra l’altro anche a dimettersi in tempo. La prima mozione di sfiducia non l’ho votata perché speravo si potessero aprire nuovi spiragli di alleanze in grado di poter dare la maggioranza all’amministrazione, ma questo non è successo e oggi bisogna prendere atto della situazione reale e del fatto che non ci sono i numeri per governare. Non rimprovero nulla al sindaco da un punto di vista amministrativo, la mia è solo una presa d’atto della situazione politica attuale”.

Leontini avrebbe avuto tempo fino alla mezzanotte di ieri per dimettersi, ma non l’ha fatto e definisce vergognosa la mozione. “E’ una vergogna - commenta il primo cittadino - questa mozione arriva fuori tempo massimo. La mozione, infatti, può essere presentata fino a 180 giorni prima della scadenza della legislatura che, nel mio caso, è scaduta il 6 ottobre. Il fatto che io sia ancora in carica è dovuto ad una proroga legata al Covid e decisa per allineare gli appuntamenti elettorali sfalsati dall’emergenza della pandemia. Tra l’altro va anche detto che questa mozione nel concreto non porterebbe a nessuna conseguenza perché le elezioni sono state già fissate e il commissario, se ci pensiamo bene, avrà a malapena il tempo di insediarsi”.

Insomma, per il sindaco la mozione di sfiducia è da considerarsi giuridicamente inammissibile e lo stesso ha già chiesto il parere degli organi preposti per cercare avvalorare la sua tesi. In caso contrario il 12 novembre si dovrà presentare davanti ai 16 consiglieri ed accettare il verdetto che sembra essere scontato. I due fronti oggi dibattono sull’opportunità delle scelte: chi sostiene il sindaco si chiede a cosa possa servire una mozione di sfiducia a fine mandato, dall’altro lato ci si chiede se il sindaco farebbe meglio a dimettersi o se sia giusto andare fino in fondo, parlare ai consiglieri e guardarli negli occhi prima del voto. Per Leontini sarà un deja vu, una storia che si ripete dopo 9 mesi, caso più che singolare. Era infatti il 29 gennaio quando in aula arrivò la prima mozione di sfiducia partita dalla sottoscrizione di 8 consiglieri e alla fine votata da 9 e che quindi è stata bocciata. Dopo una seduta dai toni molto accesi, a salvare Leontini fu la fuoriuscita dall’aula dei consiglieri Monaca (Sud chiama Nord) e Stornello (Partito Democratico).

A seguito di quella decisione ci fu uno scontro durissimo all’interno del Partito Democratico di Ispica con il segretario locale Salvatore Fronterrè che accusò pubblicamente Stornello di aver deciso senza alcun preavviso e in totale autonomia impendendo di fatto la caduta del primo cittadino. Stornello - che oggi è firmatario della mozione - spiegò di non aver votato la sfiducia al sindaco perché promossa dal consigliere Angelo Galifi allora titolare di un'azienda in amministrazione giudiziaria - e figlia di faide interne al centrodestra. Nella nuova mozione non c’è la firma di Galifi, ma c’è quella dell’altro esponente di Grande Sicilia-Mpa, Salvatore Milana, già lanciato come candidato sindaco.