il deputato catanese
Messina rinvia il rientro in Fratelli d'Italia: «Qualcuno non lo auspica». E attacca Schifani: «Il suo bis? Non ci sono le condizioni»
L'ex big del partito di Giorgia Meloni parla del suo possibile ritorno: «Il mio percorso non può essere in un altro partito». Quindi l'affondo sul governatore: «Un disastro sul Pnrr»
«Sono un uomo di centrodestra ma ribadisco ancora una volta che Schifani sta facendo un disastro sui fondi del Pnrr». È un Manlio Messina di lotta quello che parla nella sua nuova veste di deputato del gruppo Misto. E non le manda a dire sulla coalizione alla guida del governo della Regione siciliana e sul suo possibile rientro in Fratelli d'Italia: «Era ed è il mio partito, l'ho sempre detto. Il mio percorso non può essere in un altro partito e lo ribadisco con convinzione. A oggi però continuano a non esserci le condizioni per un rientro in Fratelli d'Italia».
Le parole più dure dell'ex assessore regionale al Turismo nella giunta di Nello Musumeci, sono riservate al presidente Renato Schifani. «Sui numeri del turismo Schifani eviti di vantarsi perché non bastano i tre anni di lavoro. Il merito è anche del governo Musumeci che lo ha preceduto, ma Schifani lo dimentica. È stato proprio lui che ha volutamente attaccato Fratelli d'Italia sul turismo perché voleva prendere possesso di questo assessorato». Poi l'affondo sui fondi del Pnrr: «Sta facendo un disastro. Io rappresento la Sicilia, sono stato chiamato a rappresentarla e chi mi conosce sa bene che da sempre, anche stando nella maggioranza, se ho qualcosa da dire la dico. Non credo che in due anni riuscirà a recuperare e non credo altresì ci siano le condizioni per uno Schifani bis alle prossime elezioni regionali».
Quindi un passaggio sul suo futuro: «Se sono uscito da Fratelli d'Italia una motivazione ci sarà - ha detto Messina - e se le condizioni non cambiano evidentemente non c'è motivo di ritornare. Non so se i dirigenti stanno risolvendo le problematiche che ho sollevato e che loro sanno quali sono; dopodiché se queste problematiche si dovessero risolvere, io sarò il primo a essere felice di tornare a casa mia perché quella, lo ribadisco, è casa mia. Per fortuna - ha concluso il parlamentare nazionale sono molti di più gli amici che i nemici che ci sono dentro Fratelli d'Italia e sento la vicinanza e l'affetto di tanti. Ma c'è ancora qualche persona che non auspica il mio rientro...».
Nei giorni scorsi anche un altro ex assessore di Nello Musumeci, Ruggero Razza, aveva attaccato frontalmente Schifani sulla gestione dei fondi europei. «Sono felice che la Regione dica che ha speso il 100 per cento delle risorse della programmazione 2014-20 - aveva detto dal palco dell'evento Patrioti in comune, kermesse di Fratelli d'Italia che si è tenuta lo scorso weekend a Catania - ma serve l'onestà di dire che il 75 per cento l'ha speso un governo in cui un uomo di Fratelli d'Italia era alla guida della Regione». Poi, rivolgendosi al commissario regionale Luca Sbardella, Razza lo aveva messo in guardia dal conoscere «i tanti vizi» che si riscontrano nei palazzi del governo a Palermo. Ed è partito l'attacco al governo Schifani: «Quando si devono fare scelte di politica economica che riguardano fondi extra regionali, spesso si fa la guerra, magari si cancellano i progetti già esecutivi come successo all'inizio di questa legislatura, con una vergogna che non significa continuità amministrativa ma discontinuità del buon senso. E poi si fa la ripartizione delle risorse non dove possono essere spese e gli obiettivi centrati, ma si attribuiscono per assessorato perché c'è la pressione di questo o quell'altro partito oppure perché ci avviciniamo alle elzioni regionali. Quindi se dobbiamo fare i carabinieri della buona spesa dobbiamo essere innanzitutto i carabinieri della buona riprogrammazione».
