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IL ricordo

Vent'anni senza Franco Scoglio, il professore rimasto nel cuore e nella mente di tutti gli appassionati di calcio

Allenò il Messina dei "bastardi" e di Schillaci, fautore della tattica esasperata, coniò frasi rimaste nel lessico dei tifosi

Giovanni Finocchiaro

03 Ottobre 2025, 12:52

03 Ottobre 2025, 12:50

Il professore Franco Scoglio

Vent’anni fa, come oggi, Franco Scoglioil professoremorì in diretta tv mentre parlava di calcio, del suo calcio, a Genova. Sono passati, intanto, geni, fenomeni da baraccone, campioni ed emeriti somari della pedata. Eppure Scoglio è rimasto nel cuore e nella mente di tutti: degli allenatori che hanno scopiazzato i suoi modi di intendere il calcio, dei tifosi – specie quelli di Messina e Reggina – che hanno conosciuto il personaggio e apprezzato il lavoro sul campo.

Scoglio, 64 anni al momento del decesso, era diventato celebre per aver portato il Messina in B (1986), il Genoa in A (1989), portando la nazionale di Tunisia al Mondiale 2002. Poi c’era un Franco Scoglio che coniava frasi ad effetto. O sarebbe meglio dire “ad minchiam” come quella volta in cui rimproverò un cronista che non stava attento: “Lei, laggiù in fondo, mi deve ascoltare. Altrimenti io sto qui a parlare ad minchiam”. Nella storia del calcio… parlato sono entrati anche espressioni così: “Ci sono 21 modi per battere un calcio d’angolo e 12 per battere una punizione”. Oppure: “In questa squadra ho a disposizione doppioni, triploni, quadripliconi nello stesso ruolo”.

A parte il lessico volutamente coreografico, Scoglio era laureato in pedagogia (presentò la tesi su “Atleta vincitore e sconfitto”). Partì da Lipari e in Sicilia ha guidato anche l’Acireale (1976–77), l’Akragas (’83–’84), soprattutto il Messina a più riprese. La squadra del 1986 promossa in B sotto la presidente di Turi Massimino, è rimasta nella storia anche per la presenza di Totò Schillaci che poi fu venduto alla Juve.

Scoglio: un visionario, un precursore, un galvanizzatore. Scoglio, il professore.