CALCIO
Italia, notte a San Siro tra aritmetica e paura: come arriviamo ai playoff Mondiali e chi possiamo incontrare
Ttra il 20 e il 21 novembre 2025, a Zurigo, la FIFA e la UEFA disegneranno percorsi, semifinali e finali degli spareggi a gara unica
La fotografia che riassume tutto è un tabellone a San Siro, domenica 16 novembre 2025, ore 22:30 circa: l’Italia ha vinto, lo stadio respira, ma gli sguardi vanno subito al contatore della differenza reti. Il gruppo lo guida sempre la Norvegia e per arrivarle davanti servirebbe un ribaltone da videogame. Non è una questione di coraggio, ma di aritmetica: per agguantare il primo posto senza dipendere da risultati altrui, servirebbe addirittura un clamoroso 9-0 nello scontro diretto con gli scandinavi. Una montagna di gol che nessuna grande nazionale immagina davvero di scalare. E allora, realisticamente, si entra nel territorio che fa tremare i polsi al calcio italiano: i playoff di marzo 2026.
Il contesto: cosa è successo fin qui
- Nel girone europeo verso il Mondiale 2026, l’Italia è seconda a -3 dalla Norvegia prima dello scontro di Milano. Gli Azzurri arrivano all’ultima curva dopo il successo in trasferta in Moldavia per 2-0 firmato nel finale da Gianluca Mancini e Francesco Pio Esposito: vittoria pesante per il morale, insufficiente per scalfire la vetta. A Oslo a giugno era arrivata la sconfitta più rumorosa del percorso, un 0-3 che ha indirizzato il gruppo e imposto, da allora, una rincorsa a respiro corto. Sulla panchina azzurra siede oggi Gennaro Gattuso, chiamato a trasformare la pressione in energia.
- Il calendario ha fissato l’ultima fermata del girone a San Siro: Italia–Norvegia, domenica 16 novembre 2025 alle 20:45, teatro e ora da partite che pesano. Lo stadio è già esaurito: dentro, la matematica non farà sconti.
Perché lo scenario del 9-0 è entrato nel discorso pubblico
La Norvegia viaggia con una differenza reti monumentale grazie, tra le altre cose, a quel 3-0 all’andata e a goleade come l’11-1 alla Moldavia. Ecco perché, se entrambe arrivano a Milano separate da 3 punti, all’Italia non basterebbe “semplicemente” vincere: dovrebbe rovesciare la montagna di gol accumulata dagli scandinavi. Da qui l’ipotesi-limite del 9-0, esplicitata anche dalle tv che seguono da vicino il percorso azzurro. In altre parole: la qualificazione diretta è un micro-varco, la via maestra porta ai playoff.
Gli spareggi: come funzionano, quando si giocano, quante squadre passano
Se non arriverà il miracolo aritmetico, l’Italia si giocherà il Mondiale ai playoff. Sapere come sono strutturati non è un dettaglio, ma la bussola per capire ansie e speranze.
Struttura e date
- A marzo 2026 si assegneranno gli ultimi 4 posti europei per la Coppa del Mondo. Agli spareggi partecipano 16 nazionali: le 12 seconde classificate dei gironi più 4 squadre “ripescate” dalle migliori vincitrici di girone della UEFA Nations League 2024/25 che non sono arrivate prime o seconde nel proprio gruppo di qualificazione.
- Il mini-torneo è suddiviso in 4 percorsi (Path A, B, C, D) da 4 squadre ciascuno. Ogni percorso produce una qualificata al Mondiale attraverso una semifinale e una finale, entrambe in gara unica, nella stessa sosta di marzo 2026: semifinali il 26 marzo, finali il 31 marzo. È il formato che ha già scritto storie di gloria e lacrime negli ultimi cicli, e che oggi tocca da vicino la Nazionale.
- Il tema campo: di norma la semifinale viene ospitata dalla nazionale con migliore piazzamento/seed, mentre la sede della finale è definita da sorteggio all’interno del percorso. Con l’Italia tra le potenziali teste di serie, l’ipotesi concreta è una semifinale a casa nostra e una eventuale finale con campo deciso dall’urna.
Le “ripescate” dalla Nations League: perché contano
La Nations League 2024/25 ha un ruolo chiave: le quattro vincitrici di girone meglio classificate (tra Leghe A, B, C, D) che non avranno già staccato il pass attraverso i gironi tradizionali porteranno il proprio “gettone” ai playoff. Tradotto: nazionali come Galles, Cechia, Romania, Svezia o altre regine dei rispettivi gironi di NL potrebbero entrare dalla “porta laterale”, aumentando la profondità del campo. È il meccanismo pensato per dare una seconda chance a chi ha performato bene nella competizione UEFA.
Chi può capitare all’Italia: i profili delle avversarie possibili
Le urne non sono ancora sigillate, ma la mappa è abbastanza chiara. L’Italia dovrebbe essere in prima fascia ai sorteggi playoff, incrociando in semifinale una squadra di quarta fascia (quindi una delle “ripescate” da Nations League o la peggiore tra le seconde). Nell’eventuale finale, l’avversaria arriverebbe dalla parte “centrale” del tabellone, quindi da seconde classificate di livello medio-alto.
- Possibili semifinali “abbordabili” su carta: una tra Galles, Romania, Irlanda del Nord, Moldavia.
- Possibili finali “trappola”: una tra Polonia, Repubblica Ceca, Scozia, Ungheria, Slovacchia, Macedonia del Nord, Bosnia, Albania.
Sono cornici che, al netto degli ultimi verdetti dei gironi, rendono l’idea del livello. Con un caveat: ogni percorso è a gara unica e il margine d’errore è zero.
Cosa serve (realmente) a Gattuso: dal campo all’urna
Ridurre tutto a numeri sarebbe un alibi. Per l’Italia di Gattuso la prima richiesta è tecnica e mentale: continuità. Contro la Moldavia si è vista una squadra capace di “resistere” alla frustrazione e colpire nel finale, con Mancini e il giovane Esposito a sbloccare una partita che rischiava di ingolfarsi. È un dettaglio più grande di quanto sembri: a marzo 2026, con partite secche, la capacità di restare in partita fino all’ultimo giro di lancette vale come un gol di vantaggio.
Tre priorità tecniche in vista dei playoff
- Pressione alta “con giudizio”.Contro avversarie di media fase, la prima riconquista può essere la chiave per schiacciare la partita sul nostro metronomo di centrocampo – che siano Jorginho o Barella a dettare i tempi. Ma va limitata l’esposizione alle transizioni: con rivali come Polonia o Svezia, basta un’uscita di palla pulita per ritrovarsi faccia a faccia con attaccanti da top campionato.
- Scelte chiare sull’asse centrale.Il rendimento di Gianluigi Donnarumma dopo un anno di montagne russe mediatiche, la leadership di Alessandro Bastoni e la condizione degli interni (Tonali, Frattesi) possono determinare il livello della Nazionale. Non è un caso che lo staff stia ragionando anche in ottica diffidati/squalifiche, proprio per non arrivare “corti” alla semifinale.
- Peso specifico in area.Nelle qualificazioni hanno inciso Mateo Retegui e gli inserimenti dei difensori (Mancini su tutti). Agli spareggi, dove gli episodi spostano montagne, servirà una coppia di rifinitori pronti a più soluzioni: cross dal fondo, seconde palle, palla inattiva.
La lezione di Oslo e il margine di crescita
Quel pomeriggio di giugno 2025 a Oslo ha lasciato cicatrici. La Norvegia ha vinto 3-0 scavando un solco tecnico e mentale: fisicità, corsa, verticalità, la capacità di prendersi la partita in quaranta minuti. Da allora l’Italia ha dovuto cambiare marcia: più sobrietà nel possesso, linee strette, uso pragmatico delle rotazioni. È una Nazionale diversa da quella di inizio percorso e lo si è visto anche nella gestione dei finali. Ma la consapevolezza non basta: contro le “seconde” di fascia medio-alta ai playoff si troveranno set tattici più accorti, densità centrale, duelli portati al limite del regolamento. Bisognerà vincerne tanti, e vincerli bene.
Cosa dicono i numeri: perché il primo posto è una chimera
- La Norvegia ha difeso il primato con una differenza reti superiore di diversi gol rispetto all’Italia lungo tutto il cammino, complice anche la presenza di Erling Haaland e Alexander Sørloth in forma-proiettile e partite “sbilanciate” come l’11-1 alla Moldavia.
- L’Italia è risalita di prestazione in prestazione, ma fino all’ultima sosta è rimasta a -3 dai nordici: l’aggancio richiede o un passo falso norvegese, oppure l’impresa perfetta nello scontro diretto con un margine da record. Da qui l’iperbole del 9-0, che non è una provocazione, ma la traduzione letterale della matematica del girone.
Regolamento in tasca: promemoria per chi tiferà col calendario in mano
- L’Europa porta al Mondiale 2026 ben 16 nazionali: 12 qualificate come prime dei gironi, 4 dagli spareggi.
- I gironi si chiudono tutti a novembre 2025.
- Gli spareggi si giocano in due atti, semifinale e finale, entrambe in gara secca, nella finestra 26–31 marzo 2026.
- Ai playoff partecipano le 12 seconde più 4 “ripescate” in base alla Nations League 2024/25.
- I 4 percorsi generano 4 qualificate: per ognuna, un’ultima partita da dentro o fuori.Tutto confermato dalla UEFA, che ha fissato calendario e formato già da mesi.
Gli altri gironi europei: chi rischia di accompagnarci agli spareggi
L’ultimo giro di qualificazioni UEFA sta lasciando in sospeso qualche gigante e tante nobili di seconda fascia. In diversi gruppi, la corsa al secondo posto è un braccio di ferro fino all’ultimo minuto. È da quell’imbuto che usciranno molte delle possibili rivali azzurre, mentre due sole europee hanno già il biglietto in tasca con largo anticipo: Inghilterra e Francia. Il resto è un puzzle in via di composizione, con nazionali come Polonia, Repubblica Ceca, Scozia, Ungheria, Slovacchia, Albania spesso citate tra le probabili protagoniste dei playoff. Per l’Italia, che arriverà presumibilmente da testa di serie, l’obiettivo minimo è costruirsi una semifinale “gestibile” e una finale non proibitiva.
Milano come crocevia simbolico
La scelta di San Siro non è casuale. Lo stadio ha una memoria emotiva con la Nazionale: vittorie roboanti, ma anche notti amare. Riempirlo e governarne l’energia sarà parte del piano. Soprattutto perché lo scontro con la Norvegia non è solo un esercizio di calcolo: affrontarlo come una prova generale da playoff può aiutare a fissare automatismi, temperature emotive, scelte di formazione. Servirà lucidità nel gestire i minuti finali, le palle inattive, la “partita nella partita” con la terna e con il tempo.
La bussola per i tifosi: cosa guardare, cosa aspettarsi
- Il risultato di Italia–Norvegia conta sempre: vincere resta fondamentale per il ranking FIFA, per la testa di serie e per l’autostima, anche se non dovesse bastare per la qualificazione diretta.
- Le condizioni di Tonali, Frattesi, Cambiaso e dei diffidati pesano: meglio perdere qualcuno a Milano che nella semifinale del 26 marzo. È una gestione poco romantica, ma razionale.
- La tenuta difensiva nei primi 20 minuti: nelle gare da dentro o fuori, l’Italia non può permettersi partenze ad handicap come accaduto a Oslo.
- La percentuale di conversione sui calci piazzati: in molte partite da playoff l’episodio arriva da lì.
Ultima nota di calendario: il giorno delle urne
Chiudono i gironi, poi il capitolo sorteggio: tra il 20 e il 21 novembre 2025, a Zurigo, la FIFA e la UEFA disegneranno percorsi, semifinali e finali dei playoff europei. Al netto del giorno esatto che verrà ufficializzato, la scansione della settimana è nota: subito dopo le ultime partite, si compone il tabellone. L’Italia, se seconda, sarà nel blocco delle teste di serie grazie al ranking e giocherà la semifinale in casa; la sede della finale verrà definita dal sorteggio del percorso. Un vantaggio logistico da non sprecare.
Conclusione: come si vince un playoff che l’Italia non può permettersi di perdere
La storia recente ha già insegnato che i playoff europei non perdonano. Per questo non servono slogan, ma una traccia netta:
- portare a Milano l’attenzione da gara secca;
- consolidare gerarchie e duelli chiave (centrali difensivi, riferimento offensivo, battitori delle palle inattive);
- portare in condizione il blocco dei titolari senza correre rischi inutili sui diffidati;
- difendere il ranking con ogni vittoria possibile.
La qualificazione diretta è, oggi, una parola quasi romantica. Il presente dice playoff. E non c’è nulla di più italiano di trasformare un sentiero stretto in una strada percorribile: con lucidità, dettagli, e la capacità di vincere due partite in cinque giorni a marzo 2026. È tutto lì.