×

IL CASO

Champagne e dito medio, ma il processo non è finito: il caso Elisabetta Franchi si complica

Il giudice chiede alla Procura di cambiare prospettiva e rinvia l’udienza: perché “stalking” potrebbe diventare “diffamazione aggravata” e “minacce gravi”, e cosa può accadere il 7 novembre

Redazione La Sicilia

23 Ottobre 2025, 23:01

Champagne e dito medio, ma il processo non è finito: il caso Elisabetta Franchi si complica

Una bottiglia di champagne che scintilla in controluce, un "dito medio" rivolto all’obiettivo, e la promessa di “aver vinto”. La scena, consegnata a Instagram da Elisabetta Franchi poche ore dopo l’udienza, è entrata nei feed di centinaia di migliaia di persone. Ma mentre sui social si brinda, nei corridoi del "Tribunale di Bologna" il clima è tutt’altro che da fine partita: il gup Andrea Romito ha chiesto alla Procura di valutare una diversa qualificazione dei fatti contestati e ha rinviato l’udienza al 7 novembre 2025, senza archiviare e senza disporre il rinvio a giudizio per stalking. Un passaggio tecnico, ma decisivo. Perché il capo d’imputazione potrebbe cambiare — e con esso la traiettoria del procedimento.

Cosa è successo in aula: la scelta del gup e il rinvio al 7 novembre

Mercoledì 22 ottobre 2025, l’udienza preliminare si è chiusa con un colpo di scena giudiziario: il gup Andrea Romito non ha deciso sull’eventuale rinvio a giudizio di Elisabetta Franchi per il reato di atti persecutori ma ha invitato la Procura di Bologna a valutare la riqualificazione dell’ipotesi di reato in "diffamazione aggravata" e/o minacce gravi. La richiesta non è vincolante: spetta al pm titolare del fascicolo, Luca Venturi (in udienza sostituito dalla collega Michela Guidi), decidere se accoglierla. Da qui il rinvio al "7 novembre" per consentire alla pubblica accusa di pronunciarsi.

La linea della difesa — affidata agli avvocati Paolo Creta e Gianmaria Palminteri — aveva in apertura sollevato un’eccezione, poi respinta dal giudice, sulla necessità di disporre il sequestro e l’analisi del telefono della persona offesa. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Antonio Petroncini, subentrato all’avvocata Chiara Rinaldi. Sono dettagli che dicono molto dell’andamento del procedimento: la partita è apertissima e la cornice giuridica è in movimento.

Il brindisi sui social

Pochi minuti dopo l’uscita dall’aula, Elisabetta Franchi ha affidato alle "Stories" immagini eloquenti: flûte, bottiglia e quel gesto plateale che i social trasformano in manifesto. Il senso — tradotto dalla stessa stilista in messaggi telegrafici — è di una “prima vittoria”. Un racconto personale che corre più veloce della prudenza processuale: i giudici non hanno prosciolto né assolto; hanno chiesto di valutare se il fatto rientri in ipotesi di reato diverse rispetto allo stalking. Un passaggio che può alleggerire la posizione dell’indagata, ma non la chiude. La cronaca locale conferma la sequenza: rinvio tecnico e post trionfalistici con champagne e dito medio.

La richiesta del gup di valutare la riqualificazione del reato suggerisce, in sostanza, che le condotte contestate a "Franchi" potrebbero — stando a quanto emerge dagli atti e nel perimetro dell’udienza preliminare — non aver prodotto (o non dimostrato) quell’effetto di “perdurante e grave stato d’ansia” necessario per lo stalking, ma rientrare nella diversa logica dell’"offesa reputazionale pubblica" e delle "minacce". Toccherà alla Procura dire l’ultima parola su questo punto, e al giudice valutare la sostenibilità dell’accusa in giudizio.