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Il maestro

Tuccio Musumeci, Fellini, Putin e "U purtau u pani, papà": «Fu usata come parola segreta dall'esercito»

Ieri sera nel suo teatro Brancati la presentazione della biografia "Tuccio, l'eterno" scritta dal giornalista Valerio Musumeci, si è trasformata in uno spettacolo

Leandro Perrotta

25 Ottobre 2025, 17:44

20:19

«Ormai sono anziano, sono pieno di acciacchi, non vado più in teatro». Tuccio Musumeci ha esordito così ieri, apparentemente "sotto tono", nella serata a lui dedicata nel suo teatro Brancati a Catania. L'occasione era la presentazione della biografia «Tuccio, l'eterno» scritta dal giornalista Valerio Musumeci, ed edita da Bonfirraro. L'attore 90enne ha dato ancora una volta sfoggio della sua istrionica capacità di portare la platea con sé. Il dialogo con il moderatore Ruggero Sardo sembrava avviato verso un commiato dalle scene, il "mood" in sala cominciava a farsi nostalgico. Quando Musumeci ha lanciato il colpo del "maestro": «Tra i problemi ho anche la cataratta. Ma poi ho letto nel giornale che in 30 hanno avuto l'infezione. C'avissi a fari?», in riferimento a un recente episodio di cronaca. Lo scoppio di risa tra i circa 300 presenti nel piccolo ma glorioso teatro di via Sabotino ha ricordato - qualora ce ne fosse bisogno - la statura del personaggio, chiamato ieri, come ricordato dall'editore Salvatore Bonfirraro, a «interpretare il ruolo più complicato: quello di se stesso».

La serata ha visto ripercorrere i due anni di intenso lavoro di Musumeci - Valerio, l'autore: «Che io sappia non siamo parenti», ha precisato - per raccogliere oltre 70 anni di ricordi sulle scene. Dagli inizi con Pippo Baudo - nel libro c'è l'ultima intervista fatta al re della tv e  Musumeci (Tuccio) gli ha dedicato un affettuoso ricordo - passando per il teatro Stabile e naturalmente al grande successo internazionale di «Pipino il Breve» ricordando la creazione della commedia musicale da parte di Tony Cucchiara. Sul palco anche il sindaco Enrico Trantino, che ha ricordato l'amicizia del padre Enzo - al quale Valerio Musumeci ha dedicato la sua precedente biografia - con Tuccio, poi il regista e produttore Orazio Torrisi, "padrone di casa" del Brancati. E le letture dei brani del libro, che Musumeci (Valerio) ha definito «Il romanzo della vita di Tuccio» sono state affidate all'attrice Lorenza Denaro, che ha ricevuto un convinto applauso e i complimenti del maestro.

Ma il momento "clou" della serata è stato il ricordo del tormentone creato con Pippo Pattavina, forse il grande assente della serata: «Fellini mi chiamò per partecipare a un suo film. La prima cosa che mi disse fu "U purtau u pani, papà?"» ha raccontato il maestro Tuccio. «Il tormentone andava in tv, alla radio, ovunque. Qualche anno fa, nel 2004, ero a Roma e mi chiama uno dell'esercito dicendomi che non aveva la registrazione. Era il generale di stato maggiore Federico Barbarici. Gli dissi che  appena tornato a Catania dalle serate a Roma lo avrei contattato. Ci siamo visti, e lui rimaneva in silenzio. Finché mi disse "ormai posso confessarlo: U purtau u pani u papà l'abbiamo usato come codice segreto dell'esercito durante la guerra in Kosovo". Ma non è - ha concluso Musumeci - che  lo usano anche ora e devo chiedere i diritti d'uso a Putin?».

Nota a margine: il sindaco Trantino ha ricevuto un applauso "tiepido", e lui stesso ci ha scherzato sopra: «Si vede che era spontaneo». Ricevendo, subito dopo, un apprezzamento più convinto. In sala anche l'ex sindaco di Catania Enzo Bianco.